colori, monarda e pesche
Giallo acido e blu, bianco e rosa, beige e giallo, bianco e giallo…da solo, concentrato sui colori, in braghette e canotta attorcigliata sulla testa a mo’ di turbante (‘stavolta con la protezione solare!!) ho perlustrato per un bel paio di orette la campagna, a caccia di ispirazioni cromatiche.
Le scarpate incolte, delle colline intorno a casa dei miei, grandi gruppi di “erbacce” con abbinamenti di colore perfetti, sembrano piantate apposta, come un grande campionario a cui attingere, prendendo appunti e foto.
Se non ci si concentra sui singoli fiori, (a volte un po’ troppo semplici o effimeri per i giardini) ma sull’effetto d’insieme, si torna a casa con un sacco di belle idee.
Tornato alla base, dopo l’abbrustolita, per sedare la sete mi sono fatto un te di melissa dorata (Goldmelisse), la Monarda didima, una pianta erbacea originaria delle praterie del nord America.
La monarda (poveretta che nome…per chi mastica il veneto non suona un granché bene! Tipo: sempiolda, citrulla…) è facilissima da coltivare, ha bisogno di acqua e mezz’ombra, buona terra, anche un po’ pesante e, soprattutto, ha bisogno di spazio, perché nel giro di un anno esplode e una singola piantina può raggiungere il metro cubo!
Torniamo al te, io l’ ho fatto con le foglie fresche, ma secco è ancora meglio.
Il profumo è molto aromatico, ricorda la melissa, la menta e la salvia insieme.
La sete brucia ma il te caldo oggi no! (ne bevo già abbastanza dai “macrobiotici”); apro il freezer in cerca di ghiaccio, niente, vaschetta vuota, ma…tìn, cosa c’e su quel ripiano? Dei buonissimi ghiacciolini di succo di frutta concentrato bio senza zucchero, che avevo comprato per la merenda dei pargoli, beh, se ne sgraffigno uno non se ne accorgeranno; una bella fetta di limone e cubetti alla fragola, ahh dissetante!
Domenica sera siamo tornati a casa e, a tradimento, mia mamma mi ha imbucato una cassettina di pesche un po’ troppo mature nel cofano: che tu fai delle marmellate così buone! (suono di violini!!).
Orpa eravamo finalmente riusciti a liberarci della cofana di albicocche, mi è toccato arifare la marmellata!
MARMELLATA DI PESCHE ED “ERBAROSA”.
Non so più dove, non so più quando, ho letto di questa marmellata e ho voluto provarla.
Il profumo delle pesche cotte, con il sentore del geraniolo (l’erbarosa altro non è che il Pelargonium radula, il geranio al profumo di rosa, con le foglie incise e pelosette e i piccoli fiori rosa) si combinano veramente bene, basta non esagerare con le foglie di geranio.
Ho pelato due chili di pesche, le ho affettate e le ho messe in una terrina con sei sette foglie di erbarosa e un chilo di zucchero (prima o poi devo provare a fare le marmellate senza zucchero, concentrando il succo di frutta, ma ho paura che il gusto non ci guadagni troppo!?) e le ho lasciate a macerare tutta la notte. Il giorno dopo mrs. Bee ha cotto la marmellata per 40’, l’ ha passata al passaverdura, e l’ ha invasata bollente.
Prima di chiudere tutti i vasetti, mi è venuta un’ispirazione: ne ho rubato uno, ho lasciato che intiepidisse e ci ho aggiunto due gocce di essenza di senape (la trovo in farmacia) – ocio a non aggiungerla a marmellata calda, rischiate di svenire! A Natale, quando la mostarda sarà pronta vi farò sapere il risultato!
Saluti golosi a tutti cat