cucino in giardino

sentieri golosi tra fiori e verdure e piccoli assaggi di cultura del giardino...perché l'appetito vien mangiando

sabato, settembre 29, 2007

su di me-me

Daniela mi ha coinvolto con il Meme 8 cose su di me, dunque, cerchiamo di essere obiettivi, altrimenti

arriva la bee e smaschera gli altarini.

1: ho un carattere molto aperto e positivo, mi piace stare con la gente, ascoltare, chiacchierare (devo avere una faccia che ispira, perché nelle sale d’attesa o in treno mi attaccano di quei bottoni…), ma è stata una dura conquista. Da bambino e da ragazzo ero molto timido, non mi buttavo mai anche se la voglia era tanta, ero frenato. Dai 14 anni fino ai 18 sono stato volontario della croce rossa, con un gruppo di amici speciali; ci siamo tutti persi di vista, succede, ma gli amici e l’esperienza vissuta mi hanno lasciato un regalo grandissimo, mi hanno fatto dimenticare di essere timido.

2: allo stesso tempo adoro rimanere da solo, a volte mi bastano pochi minuti, a volte mi concedo un po’ di più; mi piace stare lì in disparte e osservare le cose e gli altri di lontano.

3: nel lavoro e nella vita privata non vorrei mai scontentare nessuno, per questo, ogni tanto, mi imbarco con degli impegni che, per mantenerli, mi tocca fare i tripli salti mortali, ma non mollo, piuttosto non dormo! Capricorno sono! Mrs. Bee ha tentato in tutte le maniere di insegnarmi a dire NO! Ma è più forte di me.

4: io e la bee ci siamo conosciuti a scuola, siamo diventati subito amici, ma a vederci non c’era persona più diversa rispetto a noi due: io con le creste e nerovestito, lei la migliore dell’istituto, e quando dico la migliore si parla di 9 in matematica, italiano, tedesco e robine del genere! Ma ci facevamo un sacco di risate e anche adesso, che di anni ne sono passati parecchi, quando la bee si lascia andare, e si spoglia del suo piglio marziale, è la donna più divertente che conosca e per questo le voglio un gran bene.

5: subito dopo la bee arrivano i piccoli monelli, ma come facevamo senza di loro?? Ma nik e franz occupano già una parte importante di questo blog;

6: mi piacciono tutti gli animali (ragni esclusi Bleah!), ma con i cani ho un rapporto davvero speciale, tutto merito dei miei, che fin da piccolissimi ci hanno fatto giocare, a me e a mio fratello, con un sacco di cani: tanja , karin , giove, orià, maja, ira, giove 2, fiona, krin 2, artù, poldo blu e gold che ci fa ancora compagnia;

Ma i cani sono niente, abitavamo in un piccolo appartamento al quarto piano, con due terrazzi che hanno ospitato in ordine: un allevamento di canarini, uno di quaglie, due scoiattoli americani, un montone vinto alle bocce da mio papà, alcuni conigli, uno stagno con girini, che poi sono diventati rospi…il tutto sempre fino alla letteraccia dell’amministratore!

Poi ci siamo spostati in periferia, con il giardino e allora mio papà si è sbizzarrito; due maiali che andavano a cuccia coi cani e ci facevano le feste al ritorno da scuola, un asino, anche lui vinto alle bocce, svariate anatre, mandarine, oche, galline, conigli…finché i miei hanno deciso di andare a vivere in campagna, e il resto lo conoscete.

7: mi piacciono i piccoli rituali, non che sia abitudinario, anzi! sono il primo a lanciarmi in nuove esperienze, ma mi piace costellarmi la giornata di piccoli gesti che “devono” essere fatti in un certo modo (la bee ogni tanto dice che sfioro la mania! E comincia a prendermi per i fondelli: Magda Magda…). Il problema è che ‘sti rituali alla lunga mi annoiano e allora decido per nuove soluzioni, e la bee, che magari si era appena abituata, sclera di brutto e mi manda a stendere!

8: ah, ho una smodata passione per i dolci…vi era sfuggito??

lunedì, settembre 24, 2007

l'albero caramellato

In questi giorni di sole caldo, ma di mattine da giacchetta, e anche bella allacciata, l’aria fresca comincia a colorare le foglie; non ancora in maniera intensa e spettacolare, ma qua e là cominciano a spuntare le prime sfumature gialle e arancio, per il rosso fuoco dovremo aspettare ancora un po’.

Proprio in questo periodo c’è un piccolo albero che da il meglio di se, e che il nome tedesco descrive perfettamente “Kuchenbaum” albero torta.

Il Cercidiphyllum japonicum, comincia a virare nei colori autunnali e, improvvisamente, le foglie emanano un intenso profumo di caramello, che incuriosisce e attira chiunque gli passi vicino.

In vivaio, ogni scusa è buona per andare nella zona degli alberi, il profumo è così intenso che si può godere già a parecchi metri di distanza, anzi, mano a mano che ci si avvicina, cambia intensità: da lontano sembra zucchero caramellato, poi dolce di mele, da vicino panino con le uvette (forse dovrei fare merenda a metà mattina!).

In un raptus allucinatorio, ho visto trasformarsi le foglie in cuoricini al burro e le ho assaggiate: non fatelo, sono pessime!

Le foglie del Cercidiphyllum hanno una bella forma a cuore, di un verde fresco e leggero, ma in questo periodo si accendono di venature rosa intenso, per diventare poi giallo oro e arancio. Il portamento della pianta è colonnare e l’apparato radicale superficiale, le rende preziose per la realizzazione di giardini pensili; il Cercidiphyllum può crescere anche in un grande vaso, tenuto a cespuglio, ma teme le posizioni troppo secche e ventilate.

Dopo tutto questo profumo di dolci non potevo che postare questi

FAGOTTINI DI FICHI IN PASTA DI RICOTTA

Ho impastato tre etti di farina semi-integrale ( più la farina usata per regolare la consistenza della pasta) con 150 g di quark (va bene anche la ricotta), 50 g di sciroppo d’acero (va bene anche miele o malto), 5 cucchiaiate di olio di girasole, un uovo e un cucchiaino colmo di cremortartaro mescolato a bicarbonato e una bella presa di sale (veramente ho prima mescolato gli ingredienti umidi tra loro), finché ho ottenuto una pasta liscia ed elastica, ne ho fatta una palla e l’ho coperta con un panno umido.

Nel frattempo ho pulito e tagliato a spicchi 6 bei fichi non troppo maturi, e li ho passati in padella con una cucchiaiata di rum e un cucchiaione di zucchero di canna, finche non hanno cominciato a caramellarsi.

Ho tirato la pasta non troppo sottile, mezzo centimetro, e ho ritagliato dei quadratozzi, che ho cosparso con briciole di biscotti integrali, sui quali ho adagiato una cucchiaiata di quark e due-tre quarti di fico, ho riunito i quattro lembi del quadrato e ho chiuso a pacchettino, incollando con un po’ di bianco d’uovo che avevo lasciato da parte. Ho infornato per circa 20 ‘ in forno ben caldo a 180°, la spolverata di zucchero a velo è ormai di default ! saluti golosi cat

venerdì, settembre 21, 2007

vendemmia

Con tre belle settimane d’anticipo, anche quest’anno, dai miei, ci siamo tutti ritrovati per la vendemmia.

Siccome da vendemmiare ce n’è parecchio, tutti gli amici vengono precettati, e, così almeno pare, tornano ogni anno tutti volentieri.

Il segreto per vendemmiare bene è concentrarsi sui grappoli che si hanno di fronte, chiacchierare con il proprio dirimpettaio (si vendemmia sempre in coppia) e mai sbirciare la fine del filare, per non venire colti dal panico!

Raccogliere i grappoli maturi regala un senso di compiutezza, che fa dimenticare la faticaccia.

La vendemmia, forse più delle altre messi, conclude il ciclo delle stagioni e, tra le chiacchiere e le risate nei filari, mi pare nasconda un po’ di malinconia (o forse è solo la mia indole dark?).

La cosa che più mi diverte è che per vendemmiare bisogna vestirsi “strazzi”!

Dai miei c’è un intero cassettone ricolmo di ogni nefandezza, con una bella collezione anni 80 (pericolosissimo provarsi ora i jeans dei 20 anni…forse ho scoperto perché mi viene la malinconia da vendemmia!), insomma più si è straccioni, più ci si diverte (notato la canotta con ampia scollatura, in pendant col cappellino rosso?).

Quest’anno l’uva ha toccato gradi zuccherini mai sfiorati e abbiamo vendemmiato tre fine settimana con un tempo splendido, ecco svelato il motivo di tanto ritardo nel post.

Le foto sono un misto delle tre “vendemmie” e le hanno scattate “cuginapina “ e “tittizia” e "sbonzix", con le mani appiccicose non potevo mica trastullarmi con la digitale!

Vendemmiare fa venire anche un certo languorino e, ad un certo punto del tardo pomeriggio, un coro unanime ha deciso di dispensarmi dalla fatica (capirai era l’ultimo filare!!!) a patto che corressi a casa preparare un dolce, potevo sottrarmi ad un impegno così gravoso??

Sulla strada di casa un bel sambuco con le bacche mature mi ha fatto scattare la molla, rapido giro nell’orto dei nonni, scrollata al pruno, scrollata al melo e subito in cucina.

TORTA DI PRUGNE MELE E SAMBUCO

Ho montato 120 g di burro morbido (è una torta della vendemmia, per gente che ha faticato! Il burro ci vuole e basta!) con 120 g di zucchero di canna (quello più bianco) e la punta di un coltello di polvere di vaniglia naturale, ho aggiunto, uno alla volta, 4 uova, un pizzicone di sale. Poi ho aggiunto un po’ alla volta 300 g di farina bianca setacciata, con ½ bustina di cremortartaro e bicarbonato e un pizzichino di chiodi di garofano, se la pasta risultasse troppo soda si può aggiungere qualche cucchiaiata di latte, e così ho fatto.

Ho steso l’impasto in una teglia grande, imburrata e infarinata e l’ ho coperto con uno strato di prugne, mele sbucciate tagliate in spicchi e poi a fettine sottili e una pioggia di bacche di sambuco molto mature. Ho infornato per circa tre quarti d’ora a 180° in forno ben caldo, ho lasciato raffreddare e ho coperto con una nevicata di zucchero a velo (se non ve ne foste ancora accorti: io adoro lo zucchero a velo, ha un profumo! mmm).

Ci siamo goduti la torta guardando un super spettacolo di funambolismo e giocoleria improvvisato nella corte, tra camion, uva e trattori!

Saluti golosi cat

lunedì, settembre 10, 2007

vanga che ti passa

Lo so, la pausa è stata lunghissima, ma non mi sentivo “in forma” troppo vento in questi giorni (vento sulla pelle e vento in testa). Il vento mi toglie ogni voglia di fare e mi mette agitazione e, come ho fatto con gli amici, sono sparito per un po’, a rimettere un po’ d’ordine.

Quando devo riordinare la zucca mi rifugio dove di ordine ce ne è ben pochino: vado nell’orto.

Con le mani nella terra, strappando erbacce, legando pomodori e cercando di contenere l’effetto selva, piano piano si sistemano anche i pensieri, tutto prende nuovamente senso.

L’odore delle foglie di pomodoro, il profumo del basilico quando lo sfiori e della menta quando si innaffia sono una vera e propria “terapia”.

Si sa, l’orto rispecchia chi lo cura…il mio "tende" all’ordine, occhieggia l’orto del vicino, tutto ordinato e perfettino, e lo invidia anche un pochino, ma poi si lascia travolgere dalle “cattive compagnie” (che poi sono anche le più divertenti – nel caso dell’orto le erbette più buone).

Quest’anno, per alcune aiuole, ho usato i teli pacciamanti, una vera pacchia! Aiuole sempre in ordine, annaffiature contenute e comodità nel raccolto, ma un orto tutto per benino non mi rendeva per niente felice.

Per alcune aiuole ho deciso un approccio più informale, ho piantato tutto insieme, broccoli, sedano, basilico, rape rosse, porri, prezzemolo e piante aromatiche.

Il raccolto è stato più che soddisfacente, la cura minima e l’aspetto scapigliato mi faceva venire voglia di “cercare “ i frutti come piccole sorprese. Una vera sorpresa è stata la comparsa qua e là di ciuffi di boraggine – quest’anno non l’ho seminata, ma i fiorellini azzurri e bizzarri, insieme alle rose e alle calendule hanno nobilitato questo quadratozzo di terra, per me così semplice e così prezioso.

Oggi quindi una ricetta con un’erbetta dell’orto

GNOCCHI DI CUS CUS ALL’ERBA CIPOLLINA

Questa è una ricetta del ristorante macrobiotico che frequento abitualmente nella pausa pranzo.

Come macrobiotico??? Mi sembra di sentire, dopo tutte le fettazze di torta che ti spari?? Beh, ho mai detto di essere coerente o integralista in campo alimentare?

E poi vi assicuro che una sola cucchiaiata di “zuppa di gambo di cavolo” purifica ogni macchia dolciaria (dai doris che scherzo!). Se fossero tutti i giorni bignè e tortazze non ci sarebbe più gusto .

Ma torniamo agli gnocchi, ho fatto cuocere il cus cus, come riportato sulla confezione, unico consiglio: abbondare con l’acqua, se rimane un po’ umido è meglio. Ancora caldo, ho versato il cus cus – meglio usare quello a grana un po’ grossa – in una terrina e ci ho aggiunto alcune cucchiaiate di farina integrale. Con le mani ho impastato e ricavato delle polpettine, delle dimensioni di una piccola noce. Ho cotto gli gnocchi in acqua bollente leggermente salata per alcuni minuti, abbassando la fiamma per non squagliarli; li ho scolati con la schiumarola, tenendoli abbastanza bagnati e li ho passati in padella con olio di girasole spremuto a freddo, e una cucchiaiata di tamari (salsa di soia). Li ho passati in un piatto e li ho coperti di erba cipollina appena tagliata, semplici e saporiti, saziano per un bel po’, magari accompagnati dai fagioli, saluti golosi cat