memelecosechemipiacciono: il cat
Com’era quella?: fermate il mondo, voglio scendere!
Non chiedo tanto, ma un’intera bozza di cinar forse basterebbe a fermarmi qualche oretta!
Ma non voglio stressare col lavoro, anzi, oggi voglio parlare proprio del lato che più mi piace: pensare uno spazio, un insieme di piante, tessiture di foglie, materiali, colori, pre-figurarli bene in testa e poi vedere realizzato quello che avevo solo immaginato.
Mi piace incantare i committenti con la descrizione delle “visioni” dei loro giardini o terrazzi, e mentre descrivo, gesticolo, faccio sentire profumi, salto di qua e di là per far vedere una pianta o un materiale (dovreste vedere l’imitazione che mi fa il capo…troppo da ridere!), e ho sempre la sensazione che questo gioco, sottosotto, piaccia parecchio anche ai clienti.
I giardini che mi soddisfano di più sono quelli dove posso “smanazzare direttamente” a volte anche sbadilare, posare pietre o piantare pianuzze; sì sì, spesso e volentieri partecipo attivamente alla vita del cantiere, e non sapete quanto gusto ci provi.
cat e il capo in una meritata pausa di riposo!
Dopo settimane al computer, la gioia di aver realizzato qualcosa con le mie mani è più forte della spossatezza che mi rimane addosso e un leggero male ai muscoli fa parte del gioco, e raddoppia la goduria.
Ma il mio lavoro non è tutto rose e fiori – hihi - i lati oscuri si chiamano …preventivi, stime e computi metrici, che si accumulano sulla scrivania e popolano i miei incubi peggiori!
Ma ci sono anche molti lati comici, a volte tragi-comici e si chiamano “clienti bizzarri” che, a piccole dosi, tirano su anche il morale, come il cinar: archiniere, l’altro giorno ho visto un film con una signora inglese con delle bellissime rose sul cappello, me le può procurare? – archiniere ma è sicuro che questa pianta sia adatta per il mio quadro astrale? (giuro! Ecchissono la Linda Wolf?) – ma come scusi il prato in rotoli va innaffiato?? – dice che delle ninfee finte stiano bene in piscina? E via col lissio…
Questa, come avrete capito è una delle voci del “meme di quello che mi piace fare”: il mio lavoro, croce e delizia!
Come seconda cosa metterei sicuramente: inventare storie e canzoni bizzarre con i pm, i miei figli, la sera prima di andare a letto o nei pomeriggi uggiosi, durante gli improbabili riposini pomeridiani. Le storie partono sempre in maniera tradizionale, ma durante la narrazione prendono pieghe bislacche e sgangherate che a volte ci fanno ridere fino alle lacrime e i pm, tutti gasati, non riescono più ad a addormentarsi, e io mi gongolo tutto nel sentirli sganassare. I nostri pezzi forti sono: le avventure di cotty e fognolo (un gabbianino bianco ma tutto macchiato – di calimeriana memoria- e un topino non proprio campagnolo); la bambola cinese; il nano gnaulo, l’ottavo nano di Biancaneve; kemmemagnooggi, e altri pezzi da circo.
Al terzo posto ci piazzo l’acqua e il nuoto: nuotare, contando le vasche e sentendo la testa piano piano svuotarsi e l’acqua scivolare via regolare, misurando bene i gesti, la respirazione, le bracciate…una vera goduria; ma anche osservare un fiume, un ruscello, una fontana, acqua in movimento: mi ipnotizza e mi rilassa; anche guardare la lavatrice in funzione ha un effetto ipnotizzante, ma questo l’ ho già raccontato in un altro meme
Girare in bici, specialmente la mattina zigzagando tra le auto incolonnate ai semafori, è proprio una vera goduria! Un po’ meno quando piove, ma se si riesce a sopravvivere ai primi due tre minuti di gelo, pedalare sotto la pioggia (uè ma in estate nevvero!) procura una goduria particolare; tornare a casa o al lavoro, poi, completamente inzuppati ha un che di eroico, o di mona?
Per gli altri due punti, copio dalla prima della classe: Roma amore folle! e impastare, smanazzare, dare forma, polpettare, con cibo, ma anche con argilla, sabbia, cera e tutto quello che mi capita a tiro.
Chi mi ha invitato al meme?: mattop e daniela
E adesso dovrei indicare altri 6 anelli di questa catena, ma siccome i foodbloggerzsz oramai lo hanno fatto tutti, passo la palla agli amici giardin-ortofili, che non me ne vogliano ;O)
E la ricetta?
Hem, veramente ultimamente ho un po’ trascurato il padellame, ma domeica ho provato questi
muffin, ispirati alle ricette del libro che mi ha portato la Bee da Londra: muffins fast and fantastic di Susan Reimer
MUFFIN MANDORLE E RABARBARO
In una grande ciotola ho setacciato tutti gli ingredienti secchi: 180 g di farina bianca, 100 g di farina di segale integrale, 2 cucchiaini rasi di cremor tartaro, ½ cucchiaino di bicarbonato di sodio, un bel pizzico di sale, 110 g di zucchero di canna, una bustina di vaniglia in polvere e un bel cucchiaio di “pisto” la Zaporita (con meravigliosa bustina old fashion - regalatomi da Kat e Remy).
In un’altra ciotola ho dadolato a cubetti piccini piccini ca. 2 etti di rabarbaro mondato e ci ho aggiunto 60 g di lamelle di mandorle tostate.
In una grande tazza ho mescolato col frustino 150 ml di latte, 150 ml di panna (evvai!!) un uovo e 50 g di olio di riso.
Ho versato i liquidi sulle farine, e ho subito aggiunto rabarbaro e mandorle, ho mescolato un pochino con un cucchiaione di metallo e ho versato nei pirottoni (quelli grondi).
In forno bello caldo (sul max) per 20 minuti circa a 180°.
Morbidissimi e ancora più goduriosi con una cucchiaiata di marmellata di rabarbaro.
Saluti golosi a tutti e …ohm, a presto, see..., cat