cucino in giardino

sentieri golosi tra fiori e verdure e piccoli assaggi di cultura del giardino...perché l'appetito vien mangiando

lunedì, agosto 24, 2009

2/3 d'estate

Dunque, hem, ecco, mi si era rotto il computer, poi la macchina fotografica, poi ho comprato il computer nuovo ma si è rotto il modem, poi sono andato in vacanza e al ritorno era meglio se non fossi partito e allora, per riprendermi, sono dovuto andare ancora in vacanza, poi era troppo caldo, poi è venuta troppa pioggia, poi ci è quasi venuta la febbre suina (ma per susserio!) e ho anche "finito gli spicci e non posso nemmeno fare il biglietto del bus"! Insomma c'ho avuto un attacco di divanite acuta, bòn! 'Stasera c'è un bel venticello, oggi sono tornato al lavoro e la scrivania era magicamente quasi guardabile, ieri pomeriggio ho sfornato i miei dolcetti sardi preferiti, mi è venuta voglia di raccontare un po' di vacanze, così, per mettere un po' di ordine nelle foto e per goderne un pochino ancora nei ricordi; si parte: Sardegna! costa nord, da Castel Sardo a S. Teresa di Gallura, che rocce, che acqua! andando alla Ciaccia Torre Vignola Costa Paradiso E' stato l'anno degli incontri marini - con maschera e boccaglio-, polpi e seppie siluro, con tanto di nuvoletta indignata- meRduse gialloviola, belle come lampade tiffany- un trigone dall'aspetto preistorico e un simpatico gruppetto di barracuda, che ci ha fatto ingranare la quinta e planare a riva più veloci di un aliscafo. Le più buffe sono le passere di mare, quando ti guardano con quegli occhietti dallo stesso lato; ma la cosa che mi diverte di più è nuotare in un branco di acciughe, come penetrare uno specchio, schegge argentate ovunque, perfette nei movimenti simmetrici. distesa di Elicriso (Helichrysum italicum) dal profumo speziato, mi ricorda gli stipetti in legno delle cucine degli appartamenti al mare: profuma di olio versato, pepe, spezie varie=vacanze distesa di armeria (Armeria maritima) fantasmini della primavera che fu La macchia e le erbazze, per arrivare alle spiagge, ai primi di luglio mi sembravano particolarmente succose e verdi - se penso allo scempio dei fuochi di fine luglio mi monta una rabbia/tristezza! Una clematide dal profumo di mandorle Nelle ore più calde, quando non riuscivo a stare fermo rannicchiato sotto l'ombrellone, coperto come un tuareg per evitare l'abbrustolimento della coppa, me ne andavo ad esplorare la macchia, la gariga e le rocce, appuntando con un clic le infinite combinazioni di colori e trame, che sotto il sole a picco - o al tramonto - davano il meglio di se anche se, fotograficamente parlando, fotografare a mezzogiorno è un gran casino! papavero delle sabbie (Glaucium flavum) - tutto per Papavero di campo Macchie, appunto, di verde, grigio e rossiccio, contrasti forti tra foglioline lisce, lucide e riflettenti e masse spinose, opache e azzurrine dove anche il marrone e il bruciato dei cisti e delle erbazze ormai secche prendono senso e non disturbano, anzi, esaltano i contrasti nella composizione. un'artemisia, ma quale??? Ma lo conoscete il giochino del sassodipanza, il vero must dell'estate? Innanzitutto c'è da dire che chi c'ha un po' di trippetta parte avvantaggiato! Dunque ci si mette in fila, tutti belli allineati sulla spiaggia a gambe incrociate, dopodiché si tracciano davanti a se tre linee a distanza di circa 10-20 cm l'una dall'altra; ci si procura alcuni sassolini di qualche centimetro di diametro, li si conficca tra i rotolini e l'ombelico e,... swatt! (sì, la mia panza fa swatt!) con gesto atletico e colpo di trippa si lancia il sasso il più lontano possibile - tié magroni! finalmente uno sport dove parto avvantaggiato ;o)). il giglio marino (Pancratium maritimum) profumo puro E potevo esimermi dal provare ad assaggiare qualche erbazza pure in spiaggia? questa volta è toccato ai Carpobrotus, i fichi degli ottentotti, che però 'sti ottentotti dovevano avere una fame nera! La polpa è immangiabile, lega più di un caco verde, ma la gelatina interna piena di semini, meglio gustata fredda, è dolce e saporita, profumata di frutta tropicale, interessante. Il Carpobrotus (forse Carpobrotus edulis? - come perchè tutti 'sti dubbi?? sono mica un archiniere di mare io, montanaro sono!) e il suo "gel" Il viaggio di questa estate mi ha portato anche a trovare un po' delle mie radici. Da solo, come si conviene, Pm e Bee in spiaggia per concentrarmi meglio sui ricordi dei racconti, sono andato a vedere i luoghi dell'infanzia e della giovinezza di mia nonna materna, che, mi vergogno un pochino, non avevo mai visitato. Valle della luna Così ho lasciato la costa e ho seguito tortuose viuzze (forse dovrei aggiornare il tom tom!) su per i monti galluresi, costeggiando il lago di Coghinas, una vera sorpresa. Boschi di sughere, con i tronchi rosso mattone a contrasto con il giallo assolato dei campi di cereali; sughere appena scortecciate - lo so che è tutta suggestione, ma hanno un aspetto così truculento?! da tortura medievale - , macchie di erica e corbezzoli, su, su fino a Tula, il paese di nascita della nonna e poi giù, verso Tempio Pausania, dove vivevano in inverno. Ho girato il paesino cercando di indovinare la vecchia casa dei bisnonni, combattuto tra la voglia di chiedere notizie e quella di scoprire da solo qualche indizio, dai ricordi di vecchie fotografie. E' stato molto suggestivo, anche se, come sempre accade, era tutto così diverso dall'idea che mi ero fatto. sughera (Quercus suber) Ma che vacanza sarebbe senza dolcetti sardi?! Il panificio sfornava quotidianamente delle formaggelle alla buccia d'arancia dal profumo irresistibile (buuu, abbasso la versione moderna con le gocce di cioccolata!!) e i pirichittus all'anice, che al sud della Sardegna non avevo mai assaggiato. Ma vogliamo parlare delle Tiricas con la saba? un morso alla pasta croccante, semplice, fino al ripieno morbido e vieni sbalzato indietro nel tempo. Ieri, col Pm piccolo febbricitante, la Bee e il Pm grande in montagna, 37 gradi all'ombra, le foto finalmente scaricate e il post quasi pronto, ho acceso il forno e ho sfornato questi
PIRCHITTUS AL LIMONE
I miei dolcetti sardi preferiti, una specie di bignè al limone. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare...chissà perché non ho voglia di dirvi la versione che invece mi ha proposto la Bee! Ho acceso il forno a 160° e ho messo a bollire 100 g di zucchero in 250 g di acqua e 4 bei cucchiai di olio d'oliva ev. Raggiunto il bollore ci ho versato, tutta in un colpo, 350 g di farina setacciata e ho amalgamato bene, sbattendo con un cucchiaio di legno per ca. 10 minuti, finché la pasta non è diventata morbida e liscia. In una ciotola ho sbattuto 5 uova con un pizzicone di sale e le ho aggiunte, poche alla volta, all'impasto. Con due cucchiaini ho depositato delle pallottole sulle teglie, ben distanziate e ho infornato per circa 20 minuti. Nel frattempo ho pelato la buccia di due limoni, senza neanche un po' di bianco, ho messo a cuocere uno sciroppo con 6 cucchiai di zucchero in mezzo bicchiere d'acqua e un cucchiaino di succo di limone, finché non ha fatto il filo; ci ho aggiunto la buccia dei limoni e ho lasciato bollire ancora un paio di minuti. Ho sfornato i pirichittus e li ho tuffati bollenti nello sciroppo bollente, mettendoli a sgocciolare su una griglia. Appena freddi sono croccanti col corpo morbido e un po' uovoso, mi piacciono un sacco, col profumo della glassa al limone. Saluti golosi a tutti, c'ho il resto delle vacanze montanare da raccontarvi, buona settimana, cat