draghi neri, bianchi poeti e concerto del fosso
E' un periodo vorticoso per la mia professione e tra sopralluoghi, progetti e preventivi, che sempre lì si va a parare, non ho nemmeno il tempo di godermi le fioriture del vivaio.
Oggi ho staccato un po' la spina e tra le varie pausacaffè ci è scappata qualche sniffata di glicine e di narciso, così tanto per incrementare il numero degli starnuti.
Ah, non so se lo avevo già detto, mi sono scelto la professione ideale: sono allergico alla quasi totalità dei pollini! confido in un effetto vaccino!
Oggi giretto completo della "giardineria", così a Bz si chiamano i gardens, i vivai o come volete chiamarli!
In autunno il prato all'ingresso, verdeperfettotosatissimosupercurato (alla faccia della selvatichezza, vero Paolo?), in accordo col capo, 'stavolta ;O)!, ha subìto quasi un attacco di guerrilla gardening.
Ho comprato -siii gli attacchi di selvatichezza me li devo pagare da solo! - 800 bulbi di Narcissus poeticus e li ho disseminati tra le betulle sfigaterrime (quelle della grandine) che nel frattempo abbiamo dovuto imbrigliare e tirantare, per correggere la mazzata della grandine.
Si sono fatti attendere parecchio, (i maniaci del prato verdeperfettotosatissimosupercurato ci pensino su due volte!! fioriscono solo ora e bisogna lasciare le foglie ingiallire almeno due, tre settimane dopo la fioritura, prima di tosare via tutto), ma l'effetto è sorprendente, specialmente al tramonto, quando la zona è in ombra, pennellate bianche verticali (mannaggia ai tutori!) sfondo verde scuro e costellazione di stelle profumate .
Lato opposto, schermo verde ombreggiante.
Due anni fa abbiamo piantato alcuni glicini, in verità già abbastanza grandi, ma si sono sviluppati alla velocità della luce, raggiungendo il secondo piano e coprendo perfettamente la struttura.
Il più veloce e il più insolito è il Wisteria sinensis "Black Dragon". Grappoloni di fiori superdoppi, lunghi anche 40 cm di un viola porporino, sbiadente all'azzurro e dal sorprendente profumo di glicine con una botta quasi julenta di chiodi di garofano e cannella, non riuscivo più a smettere di sniffarlo -
quest'anno ha sopportato la grandine, la neve, il gelo bagnato di febbraio e la fioritura è copiosissima, mi sento proprio di consigliarlo - il nostro è in pieno sole.
E per finire, sulla strada del ritorno, finalmente di nuovo in bici, mi sono goduto questo concertino per fosso in cra minore!
Godetevelo ad occhi chiusi e a tutto volume.
E cosa preparo per cena?
Noo, non preoccupatevi che le coscette di rana mi fanno rabbrividire solo all'idea!
TORTA DI RISO SALATA E FINOCCHI SALTATI ALL'ARANCIA
Questa è una prova salata della torta di riso della mia zia Giulia, che in versione dolce era il suo cavallo di battaglia.
Per salvarli da un destino atroce, ho messo a bagno per una notte tre etti di riso mochi semi integrale (riso dolce glutinoso) che giacevano da un po' nella dispensa - ed erano già stati puntati dalla bee. Va bene anche un buon riso italiano da risotti, che anzi ancora meglio, non deve subire la pre-cottura in pentola a pressione!
Ho cotto il riso in acqua con un pizzico di sale per 30' in pentola a pressione (era ancora incredibilmente al dente!).
Col riso italiano partite da qui: ho cotto i tre etti con due bicchieri di acqua e due bicchieri di latte intero ed un pizzico di sale, a fuoco dolce e col coperchio, finché il liquido non è tutto assorbito; ho spento e ho messo a raffreddare.
Nel frattempo ho montato a crema un etto di burro con un etto di pecorino romano grattugiato ed un cucchiaio di zucchero di canna integrale muscovado - maascobado (per la versione dolce 150 g di zucchero) e tre rossi d'uovo. Quando la crema è ben montata ci ho aggiunto la buccia grattugiata di una arancia bio (mi sa che 'sta roba della buccia e del succo d'arancia sta diventando la "rucola" degli anni 2000 o sbaglio? - ma anche la ricetta della zia la prevedeva!) e la pappa di risolatte; ho mescolato bene, ho montato a neve ferma le tre chiare e le ho aggiunte al composto, che ho versato in una tortiera imburrata e passata col pangrattato (la versione dolce prevede anche un po' di uvetta ammollata e strizzata). Ho coperto la superficie con alcuni fiocchetti di burro e ho infornato a 170° per circa un'ora.
Nel frattempo ho lavato i finocchi, li ho dadolati e soffritti in padella con olio evo, sale, il succo d'arancia e alcuni rametti di timo fresco, mantenendoli belli croccantini.
Sia la torta che la verdüra avevano una spiccata nota dolce, ma dov'è il problema? La torta ha passato anche la prova bee, il finocchio cotto, per quanto croccante, ha promesso che lo assaggerà solo a 90 anni!
Domani sopralluoghi sparsi in montagna, scommettiamo che piove?! saluti golosi cat
9 Commenti:
Mi sono innamorata di quel glicine! Spettacolare.
Per la torta di riso va bene anche il Milchreis, che dici?
Salutoni
Alex
Ah, ecco: si droga coi glicini....
Se avessi la possibilità di creare un giardino mio ti chiamerei Cat!I narcisi sono i fiori della mia infanzia e li adoro come la poesia"the daffodils"..
Il resto , le pietanze, mi sgolosano troppo!!!
Buon we!
Interessante la torta di riso salata, ma al momento stò cercando di mangiare solo crudo.
Spero di non essere in ritardo se ti attacco quì sotto la ricetta della pastiera della mia mamma (che era della sua mamma e probabilmente anche della nonna) in tutti i casi io la adoro!
Pastiera
Dosi per la sfoglia:
• 350 g di farina
• 150 g di zucchero
• 150 g di burro
• 4 uova
• zucchero vanigliato
• un pizzico di sale
Dosi per il ripieno:
• 500 g di ricotta
• 400 g di zucchero
• 500 g di grano precotto (o 250 g secco da cuocere)
• 200 g di cedro candito e scorrette d’arancia candite
• 50 g di strutto (o burro)
• 10 uova
• la scorza di 1 limone biologico
• 1/2 litro di latte
• 1 bottiglina di acqua di fiori d’arancio (mille fiori sarebbe meglio)
• sale q.b.
Mettete il latte in una pentola ed unitevi il grano, la scorza del limone, lo strutto, e un pizzico di sale. Portate all’ebollizione e lasciate cuocere finché non diventa un composto cremoso. Lasciate raffreddare e eliminate la scorza del limone.
In una terrina amalgamate lo zucchero con la ricotta, finché non diventa una crema. Tagliate a dadini il cedro e la scorretta d’arancia; in un altra terrina più grande rompete le uova e sbattetele poi aggiungere la crema di ricotta, il grano cotto, i canditi, l’acqua di fior d’arancio ed amalgamate il tutto.
Preparate la sfoglia, con farina, uova, burro ammorbidito, il sale e lo zucchero, impastate fino ad ottenere una sfoglia soffice, dividetela in due parti, una più grande dell’altra, e stendetela per foderare una teglia imburrata. Versate il composto, copritelo con strisce di pasta. Infornate a 180 °C per 1 ora e più, finché il ripieno è asciutto.
che giardino meraviglioso! un vero tripudio di colori...e che dire di quella torta di riso salata mi stuzzica tantissimo
Un abbraccio e buon fine settimana
fra
che bel lavoro cat ti sei scelto! quando si dice che qualcuno è (riesce) ad essere artefice el proprio destino! anche tu allergico! non l'avrei detto cribbio! ( per me, alla fine s'è scoperto che mi è ostile lo juniperus ashei, acquattato tra le cupressacece ma non il normale cipresso che fiorisce presto ed era lui imputato e che non risultava nelle analisi!)
sei un archigiardiniere di molto simpatico! ma la bee lo sa la schermaglia solo divertissemet fumogeno:))
che invidia! il glicine è rimasto nei miei ricordi e nelle mie narici da quando ero bambina, nelle scorribande nel giardino della nonna!
Eggià, succo e buccia d'arancia imperano ;-)
Quanto ai glicini, da queste parti hai un compagno di sniffate, fortunatamente non di starnuti.
Un bacione anche alla Bee.
Kat
Arrivando dal blog di Marella, su questo foglietto solo per dire: congratulazioni per il blog.
Veramente appetitoso (cioè bello).
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