giardini mic(t)ologici
Altro che erbazze, l'ultimo grido in tema giardiniero, partito come spesso accade dal Giappone, sono i giardini di muschio. Soffici collinette, non solo verdi, che fanno sognare gli impiegati che li ammirano dai vetri dei cavedi di edifici contemporanei, icone di natura incontaminata, da godere magari al 50° piano.
Ma anche piccole composizioni da appendere o tenere in casa, microscopici mondi vegetali, da tenere in vita con periodici temporali da spruzzino.
E allora perché non spingersi oltre e immaginare giardini di licheni e funghi?!
Se in giardino o sul davanzale spuntasse un'amanita, ma sai che bellezza, che potenza (sì lo so che esistono quelli di gesso da abbinare ai nanetti ,sigh) o una manina dorata o una nidiata di buffe vesce da fare esplodere quando sono secche, o delle orecchie di lepre a coppetta, arancione potente,sì, mi piacerebbe molto.
I funghi e il muschio mi affascinano ma ancora di più i licheni, mezzi fungo e mezzi alga, primordiali, ci sono sempre stati, coprono ogni superficie, dall'interno dei vulcani al ghiaccio artico sembrano invincibili, ma ahimè, non sopportano la civiltà, diciamo così, e al minimo sbuffo di smog svaniscono.
Se si potessero "seminare" a piacimento sulle panchine, sul selciato, su un sasso in un vaso, ma si che bellezza, una tappezzeria, un mosaico, un fondo marino, da ammirare da vicino.
Ora ci starebbe bene una polentina coi funghi e invece no!
Al mercato sabato c'era il banchetto del contadino con le "robe"strane e pastinache, patate dolci, rape dorate coltivate a km 0 mi chiamavano con forza, così come un mazzo di bietoline freschissime.
Poi c'era anche il banchetto del pesce dal Veneto, che a Bz per entrare in pescheria devi accendere un mutuo e ho scelto degli sgombri belli lucenti e delle seppie.
Avevo tutti gli ingredienti ed ho provato a cucinare una ricettuzza ispirata a quella di Ottolenghi (ma sì dai che sapete chi è) tratta da "Jerusalem", di Bompiani, che avevo adocchiato da tempo, a base di radici mie adorate! le introvabili barbabietole dorate. Non so perché ho la fissa per le radici ma mi piacciono tutte veramente tanto, anche quelle più amare.
Non è questo il caso e questa salsa che ho trasformato in insalata tiepida viene altrettanto buona con le rape rosse
INSALATA DI RAPE DORATE ALL'ARANCIA
quattro barbabietole gialle ( van bene anche quelle rosse, anche se dal gusto più ferroso)
un'arancia bio, un limone bio pelati al vivo e fatti a tocchetti, compreso il loro succo
una 20 di olive nere o tipo Kalamata tagliate in quarti
mezza piccola cipolla di tropea tagliata a tocchettini e tenuta a bagno nell'acqua ghiacciata
un bel ciuffo di prezzemolo tritato grossolanamente
1 cucchiaino raso di semi di coriandolo tostati e tritati
1/2 di un cucchiaino di semi di cumino di malta tostati e tritati
1 cucchiaino di paprika dolce
1/2 cucchiaino di fiocchi di peperoncino turco, oh, mica peperoncino italiano!! questi fiocchi turchi pizzicano ma non mordono!! se usate quello italiano fate voi con le dosi
olio evo e se siete fortunati ad averlo, un cucchiaino di olio di nocciole o di noci
Ho pelato e cubettato le rape e le ho scottate in acqua bollente salata lasciandole al dente, ho scolato e ho lasciato intiepidire.
Ho tostato le spezie, tranne la paprika in un pentolino antiaderente e poi le ho tritate da calde,,,un profumo!
Ho pelato al vivo arancia e limone raccogliendo il sugo, ho scolato la cipolla tritata dall'acqua di ammollo e ho condito l'insalata tiepida con tutti gli ingredienti, aggiustando con poco sale, perché avevo salato l'acqua di cottura
Io sono di parte, ma mi è piaciuta veramente tanto! accompagnata con filetti di sgombro fritti in padella.
Peccato che i filetti di sgombro fossero pochini in proporzione alle rape e alla famazza di mie commensali GM e che i GM e la Bee non siano così entusiasti dal cibarsi di sole radici...si è mezza sfiorata la tragggedia
Domenica ho dovuto porre rimedio e allora vai di abbondantissime
SEPPIE E PASTINACHE IN ZIMINO
due belle seppiazze pulite con il loro nero tagliate a listarelle larghe un dito (non tropo sottili!!) e i ciuffi tagliati in 4, 6 spicchi
uno scalogno (chi vuole usi l'aglio)
10 pomodori datterini maturi
1/2 bicchiere di vino bianco (avevo aperto un silvaner)
due belle pastinache pelate e tagliate come le seppie, non troppo sottili
un bel mazzo di coste, biete, come le chiamate?, possibilmente con poco gambo bianco ca, 1/2 kg o più
pepe di mulinello
fette di pane bruscate (io pane mezzo nero con pasta madre) a chi piace con aglio
magici fiocchi di peperoncino..quelli di cui sopra, che anche se abbondi il piccante resta uguale.
Sul banchetto accanto alle biete c'erano queste belle pastinacone...detto fatto, amici liguri o toscani vi prego non inorridite ma liberate la mente e provatele, il gusto dolce della pastinaca ammorbidisce l'amaro della bieta e rimpolpa la seppia.
soffritto leggero di olio evo, scalogno, seppie col loro nero, private di gran parte della pelle, finché non si rosola tutto a fiamma media, vai di vino bianco a sfumare, fare evaporare bene!! vai di pomodori divisi a metà e di pastinache, pepe e coperchio,
Dopo 10 minuti ho tolto i pomodori e li ho passati al colino (che le bucce le odio!) e di nuovo in padella con un bicchiere d'acqua per altri 15 minuti a fiamma bassa. Ho alzato la fiamma e ho aggiunto le biete mondate e ancora un pochino d'acqua, deve sempre rimanere parecchio sughino. Ho coperto e tirato a cottura le seppie, che devono essere morbidissime. Se avete ospiti potete sbianchire le coste in acqua bollente salata per 30 secondi, si manterranno verde brillante anche in cottura...noi avevamo troppa fame.
Su un crostone di pane casereccio, i puristi senza sale!, si fa una piramide di seppie e verdurine, un filo d'olio e un tocco di fiocchi piccantini....mmm perdonato.
saluti golosi, il cat
5 Commenti:
Grazie Cat, bentornato!
E' un piacere poterti leggere, ammirare le tue foto e trarre ispirazioni dalle tue ricette.
Buona giornata.
Clara
Che bello che bello che bello !!! Ma sei inarrestabile (per fortuna)! Strucotti. Kat
ciao care Clara e Katy, è saltato il tappo ;o)))) ma devo riprendere la mano, non mi ricordo nemmeno come facevo ad organizzare l'indice e il pensiero di cambiare formato bloggo mi fa venire l'ansia.
sg, il cat
Ottolenghi è decisamente un ottima ispirazione, complimenti
Ciao Günther, anche da te vedo un'ondata di sapori mediorientali. Conoscere cominciando dalla pancia è il miglior modo per abbattere i pregiudizi, sg
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