guancette rosse
Primo sabato d'autunno, gita in montagna.
Rispuntano i maglioni, le amate giacche di velluto, qualcuno azzarda una sciarpetta, qualche mamma apprensiva addirittura un cappellino!
Il tempo è incerto, il cielo è grigio, la prima nebbia fredda ghiaccia gli orti, accende le guance delle mele e il naso della Bee.
Oramai è un rito, il pellegrinaggio ai melini infuocati, non sappiamo resistere - credo di aver loro dedicato un post ogni anno - sembrano i fruttini di marzapane siciliani, pennellati ad uno ad uno.
Appartengono ad un maso di mezza montagna, sono lì da almeno 50 anni, a giudicare dal tronco. Credo siano delle "kalterer Boehmer" roselline di Caldaro, una vecchia varietà locale, ma non ne sono sicuro.
E con un tempo così non vi è venuta voglia di una bella zuppa calda?
Siccome siamo in tema sudtirolese e abbiamo parlato di Caldaro-Kaltern vi propongo questa vecchia zuppa di fagioli, moolto riscaldante.
KALTERER FISELEN SUPPE - ZUPPA DI FAGIOLI ALLA MODA DI CALDARO
Ricetta della Margoth, la suocera di mio fratello, nonché mamma del più "fuori" ;O) dei cuochi sudtirolesi.
Bello il titolo "alla moda" da vecchio manuale di cucina eh?, ma è proprio quello che ci vuole.
Innanzitutto la diatriba sulla pronuncia: dopo aver interpellato tutti i miei autorevoli amici golosi sudtirolesi, non ne siamo venuti a capo. Qui i fagioli hanno un nome diverso in ogni paese: Ferselen, Fissolen, Firsolen, Fiselen e via che la vaga; e poi si scrive con la F o con la V, che notoriamente in tedesco si pronuncia "F", dilemma.
Facciamo che vi racconto la ricetta, la assaggiate e poi decidete di chiamarla come volete!
Oh, provatela perché ha un gusto completamente diverso dalle fagioliche zuppe italiche, bello corroborante.
Ho sgranato circa un kilo di fagioli borlotti, li ho messi nella pentola a pressione con due litri d'acqua e tre foglie di alloro - niente sale!!! cottura al dente, ca. 20 minuti, riposo di qualche ora, a coperchio chiuso.
Ho preparato l' "Einbrenn "( ainbrenn - praticamente un roux), la base di tanti piatti contadini altoatesini: ho fatto fondere una cucchiaiata di burro e alcune cucchiaiate di olio evo - i più temerari e filologici potranno usare grasso di maiale!! - e come ha cominciato a sfrigolare ci ho versato tre, quattro cucchiaiate di farina, mescolando continuamente finché non diventa di un bel color nocciola chiaro. A questo punto ci ho aggiunto una bella cipolla e due spicchi d'aglio senza l'anima tritati finissimissimo e ho continuato a rosolare, mescolando a fiamma bassa ininterrottamente. Poi ho aggiunto un bel paio di pizzichi di sale e ho cominciato a stemperare con il brodo di fagioli, come per fare una besciamella, aggiungendo il liquido a poco a poco e mescolando con la frusta, fino ad aggiungere quasi tutto il brodo, compresi i fagioli.
Ho coperto e lasciato sobbollire altri 15 minuti. Nel frattempo avrei voluto tirare una sfoglia di farina di segale (vedi gli sblisigoni) che ci sarebbe stata proprio bene, ma siccome era la pausa pranzo e avevo 15 minuti a disposizione in tutto, ho optato per delle tagliatelle fresche ai cereali offerte - si fa per dire - dal Signor... beh lo conoscete noh! (non male ad essere sinceri!), che ho cotto nella zuppa per 4 minuti. La ricetta vera verissima prevedeva tocchi di polenta, pasta corta o maltagliati di segale (mica tutti in una volta!).
Ma ora viene il bello, il tocco speciale. Ho fatto restringere, mettendole a bollire a fiamma alta (vi consiglio di farlo a finestre aperte!) alcune cucchiaiate di aceto di mele e, al momento di servire, nel piatto della zuppa ci ho aggiunto un cucchiaino di aceto ristretto (provate prima con poche gocce per volta) e alcuni fili di erba cipollina tagliuzzati, provare per credere.
Leckere Grüße, ops saluti golosi, cat
17 Commenti:
Grande ricetta, ma i fagioli vanno bene anche secchi?
Belle le mele, mi hai fatto venire voglia di fare un giretto dalle tue parti!
ciao Zucchero, cero che sì, anche secchi, ma devi metterli in ammollo una notte, cambiando l'acqua più volte, un saluto, cat
Ciao archiniere, si potrebbero visitare i giardini che hai ideato?
Cari Saluti
M.Chiara
Stiamo organizzando un escursione con tema giardini a Milano, magari avevi qualche buon indirizzo : )
sei tornato! finalmente le parole e i gesti. adesso mi leggo tutto. questo è solo il sorriso.
QUelle meline le acquisto sempre in quantità di una manciata dal frutarolo CARTIER sotto casa...sono così buone che v'invidio tantissimo ad averne un'intera pianta a disposizione!
Sul resto, me ne infischio della pronuncia e mi pappo all'istante una scodella di zuppotta!
Ciao, grazie del passaggio da me, hai ragione, anche qui si respira l'ria pura della natura, dei boschi, insomma, il tuo blog sa di buono :-)
Sono ripassata a leggermi la ricetta (adoro la pasta e fagioli)...non faccio il roux ma l'aceto di mele lo uso anch'io..con i fagioli ci sta d'incanto, ciao,
Fantastica la tua attenzione per il dettaglio (fai conto che l'unico albero che avevo notato era il noce). quanto alle vecchie varietá di mele, la mia cultura a riguardo viene dal blog di oscar ferrari, cantautore e verduraio
http://oscarferrari.wordpress.com/2007/09/26/mele-dimenticate/
Cat,si lu mejo!!!!!!!!!!!!!!!!Frittella
ciao a tutti
Benvenuta a Maria Chiara, lavoro soprattutto con clienti privati ma se mi scrivi in privato (scusa il bisticcio)ti indico dove andare a sbirciare attraverso la siepe ;O). A Mi ci ho studiato moolti anni fa, non sono più al corrente di giardini pubblici che valga la pena visitare, sorry;
Ciao Silvia, magrazietante;
Ciao saretta, magari fosse mio il melo! mi sa che anche il contadino, che tra l'altro gestisce il Buschenschank (l'osteria?)se le fa pagare a peso d'oro!
Ecco la signora che siede accanto al camino, benvenuta.
Oh, Vostra altezza ;O)! ciao Till benvenuto tra tastiera e padelle, miticoOscar!
Uè fritte' poi mi monto la capa! un baso.
saluti golosi a tutti, cat
Da provare presto presto! E' sempre un piacere leggerti.
Nico
Ma allora è vero! Hai postato!
Qui bisogna far festa.
Un carissimo saluto a voi quattro dal Trentino! Comidademama
ciao, cat! mi sono subito copiata la ricetta che riprodurrò ben presto, approfittando dei fagioli freschi e delle magiche tagliatelle del signor Giovanni. Sabato ho accompagnato un gruppo di ragazzi in una casa del PIME a Canzo (Brianza): finalemnte ho potuto assaporare visivamente i colori dell'autunno, una miscellanea di verdi, rossi e gialli da perderci gli occhi. Non so perché, ma qui in città ancora non avevo avuto la sensazione di essere entrata nel mese di ottobre. Quelle meline sono le settebellezze, chissà che sapore!
grazie di essere passato da me
buona settimana
ciao Nico, bentornata!
Comida, ma ciao, ho lasciato un commento sul post dell'ikea, ma mi sa che qualcosa è andato storto, un saluto anche dall'altra parte dei monti,
ciao Eugenia, qui invece il primo freddo ha cominciato a sparpagliare i primi rossi e gialli, un saluto anche a te.
Ciao Cat,
volentieri ti scrivo al tuo privato...ma non so quale sia, facciamo che ti lascio il mio officinaverde@gmail.com
Grazie 1000!
eh eh, l'Einbrenn da noi (Trieste) si chiama prezganje e significa la stessa cosa. Non riesco a immaginarmi un minestrone rustico senza questa componente:) Noi la cipolla la mettiamo sul grasso, prima della farina - io poi la levo, ma in realtà si dovrebbe lasciare.
E anche noi abbiamo la variante di buschenschank - le osmizze. Facciamo un gemellaggio? ;)))
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