Questo fine settimana siamo andati ad accompagnare i pm dai nonni che, alla riffa pasquale, hanno “vinto” una meravigliosa settimana premio di babysiteraggio! E pensate che non avevano nemmeno acquistato i biglietti…che fortuna!
La primavera dalle parti del lago (di Garda) è in netto anticipo e le distese di violette, come un accattivante messaggio promozionale, a chi sa cogliere il messaggio, annunciano l’apertura della stagione della spesa nel prato!
Con la bee rintanata in casa a giocare a scarabeo con pm e nonni, ancora troppo freddo per i suoi gusti, mi sono incamminato diretto ai “soliti posti”, sapendo e pregustando già quello che avrei trovato.
I “soliti posti” sono l’orgoglio assoluto dei “bottinatori” , chi va a funghi, bruscandoli o erbe, mai vi confiderà il suo posto migliore, sono piccoli segreti che si tramandano solo agli “iniziati”!
Le passeggiate lungo le capezzagne e gli incolti non deludono mai, basta osservare, ricordare e raccogliere senza “predare” e l’idea di assaggiare un po’ di prato è da un po’ che mi puntella.
Se mi volete imitare vi prego, che poi non voglio avervi sulla coscienza, assicuratevi che il terreno non si trovi ai margini di strade trafficate o che non sia stato appena diserbato o concimato pesantemente, io raccolgo solo dove so che mi posso fidare!
Qualche settimana fa avevo già trovato parecchie primizie tenerelle e appena spuntate, ma “questo giro” è stato più fortunato.
borsa del pastore
piantaggine
Nel boschetto di robinie ancora spoglie ho raccolto la Capsella bursa pastoris, la borsa del pastore, con le sue rosette di foglie simili a quelle di quercia, buona quanto gli spinaci, ma solo se colta prima della fioritura, e per accentuare il gusto ho mescolato alcune foglie, scelte tra le più tenere, di Plantago major, la piantaggine, dall’incredibile sapore di porcini al burro! Provare per credere, mescolate poche foglioline appena nate all’insalata!
Sdraiato sul prato per godermi da vicino e fotografare le minuscole fioriture di Erodium (credo!) e Veronica e per fissare nella memoria i perfetti abbinamenti di colore, ( il tappeto di gialli acidi delle euforbie, con la fumaria violetta a contrasto, vibravano nella luce grigia e un po’ elettrica del pre-acquazzone, ed avevano una forza compositiva potente), ho notato i boccioli dei denti di leone, e mi è venuto in mente che si possono conservare sotto sale, come i capperi.
Detto fatto, e già che c’ero ho raccolto 100 tarassachi (Taraxacum officinalis) gialli dorati. Li avete mai osservati da vicino? Sembrano così semplici, ma hanno petali dalla punta quadrata, dai quali spuntano minuscoli riccioli gialli.
Gira che ti rigira mi sono trovato sulle balze del vecchio vigneto, il posto delle silene (Silene vulgaris), che, puntuali, sembravano ciuffi di spinaci pronti per essere raccolti e non mi sono certo fatto pregare, anzi, ne ho approfittato per mettere nel cestino anche un ciuffo di sanguisorba, la Sanguisorba minor, che nelle insalate ricorda un po’ il cetriolo e cresceva proprio accanto alle silene.
sanguisorba
silene
Sono tornato a casa soddisfatto del mio buon bottino (a dire il vero c’erano anche bruscandoli e gallinelle, ma questa è un’altra storia…) e con nonne, bee e pm ci siamo messi a colorare le uova di Pasqua.
Non ho mai capito perchè le uova di Pasqua le porti il coniglio??ci vorrebbe una spiega....aiuto mitica mitì!
Abbiamo preso delle belle uova bianche, ma anche quelle marroncine vanno benissimo, e dal prato e dal giardino abbiamo raccolto le foglioline più interessanti: le foglie appena spuntate di rose e prezzemolo sono le migliori, ma anche quelle dell’artemisia, delle carote, delle mimose, i fili d’erba; più sono fresche e morbide, meglio è.
Abbiamo appoggiato le foglie alle uova e le abbiamo avvolte saldamente con vecchi pezzi di collant, fermando saldamente i lembi con i fili di ferro “chiudisacchetto”; ci vuole un po’ di pazienza, il trucchetto è quello di inumidire appena le foglie per farle attaccare bene.
Poi è arrivata la parte più divertente e un po’ stregonesca: in due pentole differenti abbiamo messo a bollire le uova rispettivamente con le bucce di 5-6 cipolle rosse, e le bucce di cipolla gialla con i fiori di tarasacco e un po’ di sale grosso. Passati gli 8 minuti canonici, abbiamo lasciato raffreddare le uova nella loro tintura e poi, con delicatezza, abbiamo eliminato collant e foglie.
Sorpresa! Sulle uova si sono impresse in negativo le immagini delle foglie, di un bel giallo carico e le uova hanno preso una bellissima colorazione rossiccia e rosata; al prossimo giro di uova provo anche con le rape rosse e con gli spinaci!
Le uova crepate ce le siamo pappate per merenda, tiepide con un pizzico di sale.
Cosa ho fatto con la spesa del prato?
CRESPELLE DI CECI E CASTAGNE CON LA BORSA DEL PASTORE
Ho fatto una pastella con farina di ceci e di castagne in parti uguali, stemperandola con acqua e poco sale e lasciandola una notte in frigo. Il giorno dopo ho rosolato in olio evo dei cipollotti freschi con le foglie della borsa del pastore e della piantaggine e pochissima acqua; ho fatto una besciamellina con olio evo, farina integrale e latte di riso, l’ho lasciata cremosa e ci ho aggiunto le erbette, ci ho dato di noce moscata e pepe; ho fatto le crespelle con la pastella, cuocendole con poco olio e le ho riempite con le erbette. Morbidose!
Con la silene invece ho fatto un
RISOTTINO SILENE E FRAGOLE
Ho appena dorato uno scalogno tritato in olio evo e ci ho tostato il riso, un vialone nano di Isola della Scala che è un portento e non delude mai, nemmeno se lo fai bollito! Ci ho aggiunto un bel mazzo di silene mondata e tritata, ho aspettato che l’insieme soffriggesse nuovamente e ci ho versato alcune mestolate di brodo di verdure, ho mescolato appena , e ho continuato ad aggiungere il brodo. Ho portato a cottura bello all’onda, un po’ brodoso, come piace a me e ho aggiunto una cucchiaiata di burro e ho mantecato per benino, senza formaggio che mi uccide il saporino di prato! Era buono anche così, ma con le fragole che ho trovato al super (siciliane, belle mature e ad un prezzo ragionevole) saltate velocemente in padella con un po’ di burro, sale e pepe, lasciandole ancora croccanti, aveva proprio un gusto primaverile!
Con i fiori di tarasacco ci ho fatto il “miele”; li ho puliti dal “verde” e lasciati appassire un giorno, poi li ho cotti con un bicchiere di acqua e tre bicchieri di malto di riso per circa 15’, ho filtrato e invasato bollente. Questo miele dicono aiuti a combattere il mal di gola e la tosse, purifichi il sangue e abbia altre infinite proprietà, insomma, come diceva il mio nonno mantovano: pürifica, santifica, el möve el cataro, el fa pisar ciaro!
Io me lo pappo col pane, e già così, assaporando il sapore di prato, mi sento benone!
Buona Pasqua a tutti o se preferite, buona primavera,cat