cucino in giardino

sentieri golosi tra fiori e verdure e piccoli assaggi di cultura del giardino...perché l'appetito vien mangiando

mercoledì, febbraio 28, 2018

roselline di febbraio









La voglia di fiori impazza ma ancora tutto tace, non resta che spolverare queste roselline di radicchio tardivo, così tardivo da diventar precoce l'anno dopo ;O).
Erano nell'orto dei nonni due anni fa, nelle aiuole rialzate, a febbraio.
Bellissime come fiori di velluto da mettere all'occhiello.
Che nostalgia le verdure del mio vecchio.

Ma la voglia di colore e buonumore in questo periodo si può soddisfare anche con le fruttiere colme di agrumi. 
Al super ho trovato finalmente questi profumatissimi bergamotti calabresi (Citrus x bergamia, il x indica che è un incrocio di più specie, mamy arancia amara e il papi non è certo), non bio ma da coltivazione integrata.
Una bellezza da ammirare e annusare raschiando la buccia con le dita.




Ho provato ad assaggiarli crudi, non fatelo, si rizzano i capelli e si tappano anche le orecchie!
Ho assaggiato da un'amica la buccia candita sul gelato al limone,  una goduria.
Non volevo imbarcarmi nella canditura e allora ci ho fatto questa

MARMELLATA ALL'INGLESE DI BERGAMOTTI




un chilo di bergamotti bio o di coltura a lotta integrata (altrimenti spazzolateli bene sotto acqua calda corrente)
un cucchiaio di sale da cucina
ca. mezzo chilo di zucchero di canna non integrale
un bicchierino di rum forte 

Ho lavato bene i bergamotti e li ho sistemati interi in pentola a pressione coperti di acqua, con un bel cucchiaio di sale da cucina. Ho fatto cuocere 10 minuti dal fischio e ho cambiato l'acqua.
Altri 15 minuti dal fischio e li ho scolati.
Ho eliminato le calottine e li ho tagliati in quarti, ho separato la buccia dalla polpa, eliminando tutti i semi. Ho affettato la buccia a julienne finissima e ho frullato la polpa, eliminando le pellicole più coriacee. 



Ho unito polpa, scorzette e zucchero e ho aggiunto un bicchierino di rum. Ho messo sul fuoco mescolando e, raggiunto il bollore ho abbassato la fiamma al minimo e ho lasciato sobbollire 15 minuti. Ho chiuso la pentola a pressione col suo coperchio e ho lasciato fino al giorno dopo. Il giorno dopo era completamente rassodata, quindi ho aggiunto ca. 200 gr di acqua bollita e portato nuovamente a bollore, ho invasato bollente, girando i vasetti a testa in giù per qualche minuto, fino a sigillatura-
E' riuscita una marmellata profumatissima amara il giusto, con le scorzette candite goduriosissime, deve piacere quella di arance amare, il gusto è simile ma il profumo...

Ok questa per le occasioni speciali, per tutti i giorni, dato che sono un po' a stecchetto mi sono fatto questa 

CONFETTURA DI PERE, DATTERI E ZENZERO, SENZA ZUCCHERO AGGIUNTO




Pere mature 1 kg (io kaiser)
200 g datteri disidratati senza finitura di sciroppo
succo e buccia di un limone
un cucchiaino di galgan in polvere (grazie alla mia cuginetta che me lo ha portato direttamente dalla Birmania) sostituibile con una grattugiata di zenzero fresco
50 g di acqua
un cucchiaino di polvere di semi di carruba (addensante facoltativo)

Ho sbucciato e cubettato le pere kaiser e le ho bagnate col succo del limone - che ridere la conoscete quella scemenza della Banda Osiris da cantare sulle note di Per Elisa?: pere pere pere lisa...pere kaiser..pere williams...


Ho snocciolato i datteri e li ho fatti reidratare cuocendoli con l'acqua per 3 minuti, ho aggiunto le pere, la scorza di limone e le spezie e ho portato a bollore, ho abbassato la fiamma e mescolando, ho lasciato cuocere per mezz'ora.
Ho passato al blender, ho aggiunto la polvere di semi di carruba e vai di altra mezz'ora. 
Ho invasato bollente, ho chiuso i vasetti e ho sterilizzato a bagno maria per 10 minuti, lasciando raffreddare nell'acqua. La sterilizzazione è d'obbligo per le confetture senza zucchero.

Al mattino la confettura perospeziata, morbida, agrumata e piccantina rende meno tristi anche i cartonati espansi.
La prossima volta provo ad aggiungere un tocchetto di rapa rossa, il colore non è dei migliori.

Saluti golosi, ocio al gelicidio, il cat

 

venerdì, febbraio 23, 2018

bucaneve e cardi freschi


 

Mai nome fu più azzeccato.
Galanthus nivalis, i bucaneve finalmente! 
Tra outlet e osterie , pioggia e prosecco, il we scorso in Veneto , a bordo strada, con la coda dell'occhio mentre guidavo, intravedo una distesa di puntini bianchi.

 
                                                                                                                                                               Classica inchiodata con relativo strombazzamento del suv che mi stava alle costole, accosto e mi arrampico sulla scarpata.
Al limitare di un boschetto di noccioli, tra l'humus delle foglie e il prato zuppo, ancora giallo un tappeto di bucaneve, tantissimi, luminosissimi e praticamente impossibili da fotografare.


 
Sempre in Veneto, ma dai nonni,  dal giretto di ricognizione nei prati, tra le foglie secche delle querce e le ghiande in pieno risveglio,  le foglie screziate dei giovani cardi mariani, Silybum marianum, verde e crema, spinosissime ed eleganti  mi hanno fatto venir voglia di assaggiarli.
Fino alla tarda primavera sono ottimi con radici e tutto e come i cugini cardi e carciofi sono dei potenti depurativi.

Ovviamente raccoglieteli solo in luoghi sicuri, lontano da strade e terreni trattati.



Occhio, le foglie sono spinosissime, non provate a toccarli senza guanti pesanti e con la massima attenzione. Con la forca li ho dissotterrati, con la lunga radice fittonante, ho tagliato con le forbici la lamina delle foglie tenendo la venatura centrale carnosa.
Ho raschiato la radice e ho tenuto solo il cuoricino tenero delle foglie.



Ho lavato bene dalla terra, con uno spazzolino, cambiando l'acqua spesso con aggiunta di succo di limone, come per i carciofi.

Ci ho fatto questa saporita

MINESTRA DI CARDO MARIANO, PATATA DOLCE E RISO

 

 

cardi mariani nettati
1 batata dolce a km0 (oppure una patata)
poche foglie di sedano
una piccola carota
un pugno di riso
olio evo, sale e pepe

Con le erbe selvatiche si deve avere mano leggera e allora ho cubettato tutto, soffritto leggermente in poco olio evo, ho aggiunto acqua, sale e pepe e ho portato a bollore. Quando la batata era al dente, ho aggiunto il riso e ho terminato la cottura.

Il sapore di carciofo e cardi del cardo mariano, per nulla amaro, si sposava bene con la cremosità del brodino di riso.

Ancora radici, fine inverno è il momento migliore per gustarle, poi diventano legnose.
Io le radici amare le amo, mi piacciono tanto e fanno tanto bene.
Cosa ci ho fatto? questi

SPAGHETTI DI RADICI AMARE GRATINATI



la foto lascia un po' a desiderare ma non il gusto  la consistenza

radici amare
olio evo
sale 
fiocchi di peperoncino
sommaco 
pochissimo timo
nocciole
Ho lavato e sbucciato con il pelapatate le radici amare.
Con lo spaghettatore di verdure ( eddai investiteli 'sti 4 euri, il "mestiero" dà tante soddisfazioni) ho ricavato gli spaghetti e li ho subito messi a bagno con acqua e limone per renderli bianchi.


                                                                                                                                                                  Li ho sbianchiti in acqua poco salata bollente e li ho scolati al dente.


                                                                                                                                                                   Li ho conditi con olio evo, peperoncino in fiocchi, sommaco (se vi piace dà una nota acida e sapida che mi piace molto) e li ho sistemati in una pirofila, li ho spolverizzati con poco pangrattato e una manciata di nocciole tritate grossolanamente e li ho passati al forno grill ventilato, ocio che sbruciacchiano subito.
Il gusto e la consistenza a spaghetto mi sono piaciuti molto, per nulla amari e ben maritati con le nocciole.

Tutti belli depurati vi mando il consueto saluto goloso, il cat

venerdì, febbraio 16, 2018

biancoazzurroblu

 

Primaveraaa?? juhuu??
Niente, si è girata dall'altra e ha messo la testa sotto ad un cuscino biancoazzurroblu, spesso e soffice. 
Non so se è più forte la nostalgia per un po' di verde o la gioia di poter ancora ciaspolare sulla neve, tanta neve.
Le ultime passeggiate ci hanno portati in Val Pusteria con la neve alta quanto gli steccati, abbagliante in tutti i colori dell'azzurro e del blu.



Strani mostri degli abissi lasciavano intravvedere colonne vertebrali affioranti, e l'occhio si perdeva nel seguire la fuga delle orme di un temerario capriolo o nella pazza corsa a zigzag di qualche lepre o volpe chissà.



 



E allora nell'attesa, consoliamoci con il tepore del forno.

Voglia di pappa calda e confortante, mi sono fatto questi

GNOCCHI ALLA ROMANA DI MIGLIO AL RADICCHIO 




- miglio in grani 100 g
- poca curcuma
- grana grattugiato (vegani usate il lievito o anche nulla)
- poco sale
- 3 bei ciuffi radicchio rosso tardivo dall'aspetto di calamari violetti
- olio evo
- pepe di mulinello

Ho sciacquato il miglio e l'ho gettato nel doppio del suo peso di acqua bollente leggermente salata. Ho lasciato riprendere il bollore e l'ho scolato.
Così mi sembra che perda quel saporino amarognolo polveroso che disturba il buon gusto naturalmente dolce e un po' erbaceo che mi piace molto.
Ho rimesso miglio più quattro volte il suo peso in acqua e un cucchiaino di sale marino in pentola a pressione e ho stracotto per 30 minuti e ho lasciato intiepidire.
Ne ho prelevata una parte, circa la metà,  ho regolato sale e pepe, ho aggiunto un cucchiaino colmo di curcuma, formaggio grattugiato e un paio di cucchiai di olio evo.
Ho impastato bene con le mani, ottenendo una specie di pasta dalla consistenza del semolino rappreso, l'ho stesa sulla spianatoia schiacciandola con le mani, ci ho ricavato degli gnocchi con il bicchiere.
Nel tempo che il miglio cuoceva ho pulito i radicchi, li ho affettati e stufati in padella con poco olio evo sale e pepe e qualche cucchiaio di acqua, lasciandoli al dente.

 
forte la foto rovescia,no? non c'è stato verso di girarla..boh?

Ho oliato una pirofila, ho fatto un letto di radicchio, ho coperto con gli gnocchi pennellati ad uno ad uno con poco olio evo, ho spolverato di grana e via in forno sotto il grill.
Bboni, dolci e cremosi, stanno benone con l'amarognolo del radicchio.

E per dessert, e vai ancora di forno, che qui fa freddo!


BARATAPFEL MELE AL FORNO CON SORPRESA




- mele da cottura (renette, annurche, ruggine...io Lederer)
- mandorle e nocciole tritate in parti uguali
- pinoli
- mirtilli neri secchi (se li avete)
- un pizzico di vaniglia naturale e una grattugiata di fava tonca
- qualche cucchiaiata di calvados

per la salsina alla vaniglia "mi piacerebbe, seee"  (la Bee si è rifiutata di assaggiarla;O)) )
- latte di mandorle
- un cucchiaino di maizena sciolto in poca acqua fredda
- un pizzico di vaniglia naturale e una grattugiata di fava tonca

Se non siete a stecchetto fatevi una bella salsa alla vaniglia come si deve!
Ho trovato al mercato queste buonissime melette sudtirolesi antiche, le Lederer, letteralmente "cuoiose" dall'aspetto della buccia, marrone, grinzosa e spessa. A vederle ed assaggiarle crude non invogliano certo ma bisogna conoscerle. 

 

Cotte diventano una delizia e la polpa soda non si spantega.
Ho tolto il torsolo e ho riempito con il composto di tutti gli ingredienti.
Ho oliato la pirofila alta con pochissimo olio evo, ho sistemato le mele e ho aggiunto una tazzina di acqua- In forno a 180°, coperte da alluminio, finché non sono diventate morbide.

Gli ultimi minuti ho tolto l'alluminio.
me le sono pappate tiepide con la salsina ottenuta cuocendo qualche minuto il latte di mandorle con le spezie e la maizena.

Tiepide mi piacciono tanto, anche se con la vera salsa di vaniglia sarebbero state una favola!
Ma fredde nello zaino il giorno dopo, ciaspolando, erano ancora più bbone - ovviamente senza salsa, sai che pastrocchio?

Ti prego primavera, prima che mi arrivi una bolletta della luce a tre zeri, torna presto.
Un saluto goloso, il cat