cucino in giardino

sentieri golosi tra fiori e verdure e piccoli assaggi di cultura del giardino...perché l'appetito vien mangiando

mercoledì, gennaio 31, 2018

primavera rubata



 

Un mazzetto di rami d'albicocco, rubati al fratello potatore, svegliati dal tepore dell'appartamento e coccolati con l'acqua del vasetto, rischiara il tavolo della colazione delle ultime mattine. Una primavera rubata, effimera sì, ma che potenza. Una sniffatina al profumo di miele e via al lavoro e a scuola, con tutto un altro spirito.

E anche al lavoro, alla pausa caffè non può mai mancare un dolcetto...pe fa la vita meno amara me so' comprato la carruba!
Sono un po' a stecchetto così ho deciso di provare questi sanissimissimissimi dolcetti alla carruba, sapore che mi piace molto. Le carrube sono come l'anice o il coriandolo in foglie...o li ami o li detesti! 
Io le amo, specialmente sgraffignate dagli alberi negli incolti al sud, gustate con la polpa ancora morbida e un po' allappante, che ricorda i datteri. 
Gli alberi della Ceratonia siliqua, così si chiama il carrubo, sono bellissimi, specialmente quelli abbarbicati ai costoni rocciosi, hanno la stezza forza degli ulivi.
Pensate che a Bolzano esiste una passeggiata su un versante di porfido esposto a sud, le passeggiate del Guntschna, dove allignano anche alcuni carrubi e riescono persino a fruttificare.

 
questi i fiori fotografati a fine settembre

Per farla breve eccovi la ricettuzza

DOLCETTI ALLA CARRUBA E BANANA



200 g farina di carruba (la trovate al bio)
200 g uvetta bio
200 g mandorle
2 grosse banane mature
scorza e succo di un'arancia bio 

Ho passato al mixer mandorle e uvette, ho impastato con la banana spetasciata, la farina di carrube, la scorzetta gtattugiata dell'arancia e il suo succo. Ho ottenuto una pasta consistente - bona anche cruda, per fare delle praline, ho formato dei dischetti e li ho passati alla grattugia, come per gli gnocchi. Teglia, carta forno, forno caldo 160° per 15 min.

Boni caldi e freddi, dolcissimi anche senza extra zucchero.

Troppo sano??
E allora ecco una confettura di soccorso, per quando arriva un'irresistibile voglia di strudel ma non si ha "sbatti"(come dicono i GM) di tirare la pasta sottile.
Me ne ha regalato un vasetto la mia zia a Natale, fatta da una ditta locale, amore a prima vista, ecco la ricetta
Se invece vi venisse una pazza voglia di foresta nera, la confettura giusta è questa...libidinosa

STRUDEL SPALMABILE


un chilo e mezzo di mele asprigne.
mezzo chilo di zucchero di canna integrale (no muscovado)
un pugno di uvetta
un pugno di pinoli
buccia e succo di un limone bio
un bel bicchiere di vino bianco - io un passito Sudtirolese
cannella regina a piacere

Ho sbucciato le mele e le ho cubettate finemente, ho aggiunto il succo e la scorza grattugiata del limone,  l'uvetta, i pinoli, un bel cucchiaino di cannella e il vino passito e ho cotto per 10 minuti a fiamma media.
Ho aggiunto lo zucchero e ho cotto altri 10 minuti dal bollore, a fuoco medio.
Ho coperto e ho lasciato candire fino al giorno dopo.
Ho nuovamente portato a bollore, ho aggiunto un'altra spolverata di cannella e ho invasato bollente. Ho chiuso i vasetti e li ho capovolti per qualche minuto.

Magica, anche un tozzo di pane si trasforma in una goduriosa fetta di strudel.

Un saluto goloso, il cat



venerdì, gennaio 12, 2018

sulla neve







La neve fresca, tanta, che scrocchia sotto le ciaspole (racchette). Il divertimento di lasciare le prime impronte sul sentiero, segnato solo dai marcapasso bianchi e rossi sugli alberi, ti senti un pioniere nello sconfinato Klondike e invece sei sul giro ad anello a pochi chilometri dalla città.



 

 I girasoli secchi e i cavoletti di Bruxelles che svettano negli orti imbiancati, fantasmi bene augurali per la bella stagione; un pupazzotto sorridente; le arnie colorate e due tacchini che rivaleggiano in candore con la neve, pavoneggiandosi (o tacchineggiandosi??) tutti.

 

Quanto mi piace il benessere ovattato e senza stress di una bella ciaspolata.
E la sera si possono pappare questi tortelli senza troppi rimorsi.

 


SCHLUTZER ALLO SCHÜTTELBROT CON PERE SECCHE E GRAUKÄSE


Gli Schlutzer sono dei tortelli sudtirolesi, li ho già cucinati qui; lo Schüttelbrot è il pane scrocchiarello tirolese aromatizzato al finocchio cumino e trigonella che ho fatto qui; le pere secche, Kloatzen in dialetto, sono tipiche della mia terra come il Graukäse, letteralmente formaggio grigio, è un formaggio molle dall'odore potente ma dal gusto più delicato di quello che sembra, leggermente acidulo.Tradizionalmente si gusta coperto di cipolle affettate, pepe, olio e aceto, una robina per signorine!
In frigo tenetelo in un contenitore a chiusura ermetica, altrimenti il latte al mattino non avrà un profumino delizioso 😬.



per la pasta:
100 g di Schüttelbrot
50 g di farina 0
50 g di semola rimacinata
3  uova
ripieno:
una pera secca, ca.50 g
due etti di formaggio Graukaese
condimento:
cuore di sedano bianco con foglioline
una manciata di nocciole
burro di malga

Era da un po'  che avevo puntato delle tagliatelle allo Schüttelbrot in un negozio di specialità sudtirolesi e quindi ho deciso di provarci.
Ho ammollato in acqua fredda le pere secche; ho passato al mixer lo Schüttelbrot e poi al setaccio, ottenendo una farina sottile, ci ho mescolato la farina 0 e la semola e le uova e ho impastato, mantenendo la pasta bella "stagna" (compatta e poco morbida) e l'ho lasciata riposare sotto una ciotola per mezz'oretta.
nel frattempo ho scolato e strizzato bene le pere ammollate, e mi sono bevuto il sughetto di ammollo, bbonissimo! Le ho tritate al coltello finemente, senza spappolarle.




Ho tirato la pasta con la macchinetta, ho deposto mucchietti di pere tritate e un cucchiaino di Graukaese per ogni tortello, ho sigillato bene e ho tagliato a mezzaluna con un bicchiere.
Ho tritato grossolanamente le nocciole e il cuore di sedano e li ho fatti sfrigolare nel burro, ho lessato al dente gli Schlutzer e li ho conditi con il burro alle nocciole e sedano.
Mi sono piaciuti molto e la pasta aromatica ci stava bene.

E al mercato del contadino avevo acquistato queste radici di prezzemolo, nono, non sono pastinache, sono proprio radici dei ciuffi di prezzemolo di una sottospecie particolare il Petroselinum crispum subsp. tuberosum. Il sapore ricorda il sedano rapa ma in bocca è più fresco e meno terroso. Ci ho fatto un quasi risotto...il solito "risotto" di quando voglio risparmiare qualche caloria. 
  QUASI RISOTTO ALLE RADICI DI PREZZEMOLO

alcune radici di prezzemolo
un bicchiere di riso
brodo vegetale 
olio evo



Per il risotto tadizionale sapete come fare, per il "quasi risotto" invece metto a bollire il riso al dente, nel frattempo sbuccio e cubetto finemente le radici di prezzemolo e le cuocio nel brodo vegetale, lasciandole al dente.
Le passo al frullatore ad imersione con il loro brodo, aggiungendo un cucchiaio di olio evo, ci aggiungo il riso pescato al dente e impiatto, con una spolverata di pepe, lasciando tutto cremoso. A me piace tanto l'abbinamento sedano-riso e questo è ancora più fresco. Per la goduria finale ho reso croccante due fettine di speck di anatra nel padellino antiaderente senza nulla e le ho sbriciolate sul quasi risotto.

Un saluto goloso, il cat