
Qui è ancora tutto assopito, ci eravamo dimenticati gli inverni, quelli veri, con la neve e il freddo.
Per avere un anticipo di primavera siamo dovuti "migrare" fin dai nonni.
Speravo di fare una bella spesa nel prato, raccogliendo erbette e insalatine, ma la stagione è stata rigida anche al Garda, e le rosette di valerianella, tarassaco ecc, erano appena appena distinguibili.
La primavera l'ho cercata e stanata tra orto e giardino, potando e razzolando come una gallina felice, nelle aiuole di mia mamma.

Strani i genitori!? la Baby, mia mamma, per il compleanno ha chiesto in regalo queste gallinelle giapponesi, e mio papà non se lo è fatto dire 2 volte.

Razzolando tra le foglie ho sorpreso infreddoliti mazzetti di narcisi ancora in boccio e violette temerarie e, nella serra, due cavoli verzotti verdi e rosa davano spettacolo; enormi rose "en travesti" che approfittando della loro assenza, cercavano di rubare la scena alle rose, con una grazia esagerata e un po' Drag Queen!
(lo penso sempre quando vedo quelle bizzarre aiuole cittadine tutte decorate a cavoli, che vanno tanto di moda dalle mie parti).

A proposito di travestimenti, presi da raptus carnascialesco o da indigestione di fritto, abbiamo deciso di svelarvi la nostra vera identità: ebbene sì, siamo gli incredibili! anche se dalla foto sembriamo più delle tartarughe minghja!

Per ingraziarci la primavera e darle una bella smossa, e per fare felice la siora Canny da Salamanca ho fritto e rifritto un bel po' di dolcetti propiziatori.
Per non far torto a nessuno mi sono lanciato nella produzione di chiacchiere milanesi e zeppole campane, una volta all'anno, vabbè, ma quanto sono buoni i dolci fritti!
CHIACCHIERE MILANESI
Questa ricetta l'ho "tirata giù" da "A Tavola" di 2000 anni fa e l'ho riscritta nel libretto delle ricette ante-blogghe. E' una ricetta griffata, ma non mi ricordo più l'autore, potrebbe essere Claudio Sadler, ma non ne sono più sicuro.
Il risultato è sorprendente, anche se la pasta non è delle più semplici da lavorare.
Ho mescolato 500 g di farina 0, quella per la frolla, con 100 di zucchero a velo, 2 g di sale fino, la buccia di un limone e la punta di un coltello di vaniglia naturale in polvere.
In una ciotola ho montato 1 uovo, 80 g di burro fuso, 50 g di cognac, 50 g di vino bianco secco e due cucchiai di aceto di mele.
Ho unito i liquidi alle farine e ho impastato per bene, ottenendo una bella pasta elastica, che ho celophanato e passato in frigo una notte.
Il giorno dopo ho tagliato dei tocchetti di pasta e li ho passati più volte nella sfogliatrice - sii, la macchinetta della pasta!, piegando su se stessa la pasta e inserendola tra i rulli, ruotandola di 90° ad ogni passaggio - nonsosemisonospiegato!

Il risultato finale è diverso a seconda della tacca dell'ultima sfogliatura.
Per chiacchiere più spesse e frolle e tutte piene di bollicine si deve lasciare la pasta un po' più grossa.
Per chiacchiere velo, friabili e leggerissime, le mie preferite, bisogna passare la pasta all'ultima tacca, facendo attenzione perché non è troppo elastica, e poi friggerle in olio abbondante caldo ma non troppo bollente (io non amo i dolci fritti nell'olio di oliva! ma voi fate come volete).
Le chiacchiere velo vanno tuffate nell'olio e ripescate all'istante, veramente bastano pochi secondi, e, una volta ripescate, magicamente continuano a cuocere assumendo un colore rosa antico e una croccantezza sfogliarella. Abbondante nevicata di zucchero a velo e vai di fritto, finché non si vede il fondo del piatto.
Ai pm però piacciono di più i dolci fritti e gonfi e potevo esimermi dall'accontentare i mie due supereroi.
ZEPPOLE DI PATATE

La ricetta di queste zeppole l'ha insegnata una signora di Napoli a mia nonna tanti anni fa e da allora è diventata il cavallo di battaglia per le feste di compleanno.
Quest'anno ho voluto modificare solo in parte la ricetta, sostituendo nell'impasto l'olio d'oliva al burro e l'arancia al limone e, secondo me, il risultato è stato ancora più soffice.
Ho lessato, sbucciato ancora bollenti, e passato allo schiacciapatate mezzo chilo di patate farinose.
Ho fatto la fontana e ho aspettato che intiepidissero; poi ho aggiunto mezzo chilo - sei etti di farina quella buona, con una buona percentuale di glutine (io uso quella di un mulino locale - con fascia gialla!), tre cucchiai di zucchero, la buccia grattugiata di un'arancia bio, la punta del coltello di vaniglia naturale, mezzo cucchiaino raso di sale, un pacchettino di lievito di birra disidratato equivalente a 25 g, 25 g di olio di oliva evo, 4 uova intere e un bicchierino di liquore all'arancia.
Ho impastato tutto energicamente, sbattendo la pasta più volte sulla spianatoia, ho fatto una palla, l'ho incisa a croce e l'ho messa a lievitare nel forno freddo per due ore.

Quando la pasta è più che raddoppiata l'ho sgonfiata con un cazzotto, l'ho lavorata ancora un pochino e ho ricavato "i zzeppule", facendo dei salsicciotti e sovrapponendo le estremità a ciambella. Importantissimo per la cottura, lasciare il buco in centro, di nuovo in forno spento per un'altra ora e poi in padella, poche alla volta, rigirandole spesso, finché non assumono un bel colore bronzo dorato. Le passo nella cartapaglia, a sgocciolare bene e poi le rotolo in un grande piatto, sopra un bello strato di zucchero e cannella.
Tiepide e appena fritte sono una bomba, ma il giorno dopo, rinascono se passate pochi secondi al forno, la perversione massima è fare colazione pucciandole nel caffellatte amaro - oh, solo una volta all'anno, mi raccomando!
Siccome mi attende un mese di delirio, sono sicuro che latiterò parecchio e quindi vi lascio un'altra ricettuzza, un filo più sana delle precedenti, così, per bilanciare un po' il colesterolo.
FAGOTTINI DI VERZA AL GRANO SARACENO E PORRI

Della serie: dobbiamo sfruttare la vaporiera!
Ho cotto al vapore un bicchiere di grano saraceno intero, sciacquato e appena salato e coperto dal doppio del suo volume in acqua. Cottura al vapore 20", più il tempo per far gonfiare i grani verdolini, che con la cottura diventano , hem, grigi!
Contemporaneamente ho sfogliato e sciacquato una verzetta, e ho messo le foglie intere nella vaporiera per 10".
Ho affettato per il lungo un porro in 4 e poi in piccoli triangolini, che ho brasato in pentola coperta, con olio evo, pepe, e semi di finocchio, aggiungendo un po' di acqua per non farli attaccare, finché non sono diventati trasparenti e un po' caramellati.
Ho sgranato il saraceno con la forchetta e l'ho condito con il porro, ho aggiustato di sale e ho farcito le foglie di verza; ho sistemato i fagottini sui piatti da forno, ho spolverato con parmigiano e ho gratinato sotto il grill. Li ho accompagnati con una salsina ottenuta passando al mixer una piccola patata lessa, con un bel po' di grana grattugiato, olio evo e brodo vegetale e pepe di mulinello.
Il gusto è risultato una specie di pizzocchero originario.
Per oggi è tutto, mi ri-tuffo nella mischia primaverile, saluti golosi, cat