cucino in giardino

sentieri golosi tra fiori e verdure e piccoli assaggi di cultura del giardino...perché l'appetito vien mangiando

mercoledì, luglio 16, 2008

pomodori colorati e "spaghetto"

Questo fine settimana relax dai nonni, per affrontare la settimana più schizzata dell’anno: quella prima delle vacanze!

Perché, inspiegabilmente, la scrivania si riempie di nuove cartelle sempre più urgenti, nei cassetti si trovano vecchi “ossi” procrastinati fino all’inevitabile, il fax ronza a ciclo continuo e la mail tintinna in maniera preoccupante proprio la settimana prima delle vacanze?? calma ragazzi, vado via solo due settimane!

O forse è solo l’attesa e la voglia di mare che ingigantisce l’effetto tzunami cartaceo sulla scrivania?

La bee è rimasta a casa a fare le valigie (mica la mia, che le mie cosine come le metto via io non lo sa fare nessuno!), almeno così mi ha detto, e io sono andato dai nonni con i due pm & cuginetts.

Col nonno quest’anno ci siamo lanciati nella coltivazione degli ortaggi multicolor; abbiamo fatto a gara, ognuno nel proprio orto, a coltivare gli ortaggi più bizzarri, specialmente i pomodori.

C’è da dire che il vecio quest’anno ha fatto la genialata delle culle per le verdure: aiuole rialzate, perché la terra è bassa e coltivarla l’è fatica! E in più si è salvato dalle schife lumacone e dalle erbazze che normalmente seppellivano il raccolto (come sta succedendo nel mio orto, a causa del monsone quotidiano e della scarsa propensione del sottoscritto per l’erpicatura manuale!).

Al nonno sono venuti bene i pomodori datterino giallo “Gelb Dettilwein”, minuscole perette giallo oro, dolci e succosi e i “black cavern” tigrati e con un’aria un po’ velenosa, da mela incantata.

Da Istanbul poi, gli ho portato una serie infinita di semi di peperone che stanno prosperando nelle culle e le carote nere, che mi avevano colpito.

Le carote sono cresciute abbastanza bene ma, su una cinquantina di carote, solo una decina sono riuscite “nire nire” (violetto barbabietola) e il resto sono bianco giallino, con un forte sapore di pastinaca, bbone però nelle centrifughe ( sono in pieno periodo salutista, ogni mattina, beh dai, quasi- mi sparo un succo di barbabietola crudo con carota, limone e un cucchiaino di olio per “fissare” la vitamina a, con sommo raccapriccio dei pm e della bee che mi guardano inorriditi dalle loro tazzone di caffelatte coi biscotti).

Nel mio orto invece da una marea di piante di zucchina (peggio delle infestanti!) sono spuntati e prosperano dei bizzarri pomodoro banana “Banana Leegs”, peretti giallo intenso, farinosi e dolci e dei pomodori neri “Noire de Crimee”, viola scuro e verde bosco, inquietanti ma saporiti e carnosi.

Dei ciliegini bianchi “Cherry Gosth” ancora nessun esemplare, e anche la pianta non mi sembra in buona salute.

Ma il tecnicolor nell’orto quest’anno, dalle mie parti, è una vera mania.

L’altro giorno la mia collega mi ha portato delle zucchine giallo banana e dei fagiolini bianco latte, mentre al mercato del contadino ho trovato queste allegrissime biete erbette.

Con le zucchine vi dirò dopo cosa ho combinato e le biete sono finite ripassate in padella.

Insomma, tornando a domenica, eravamo in giardino dai nonni che ce la ciacolavamo di piante con i miei amici veronesi quando ci siamo sentiti osservati!

Ta-da da-da da-da (musichetta orror de paura, tipo lo squalo)

La Pa’ alza gli occhi e parte per la tangente gridando: cos’è quel lucertolone immenso sul gelso????

Panico, sgomento, incredulità!

Una sleppa di iguana che , trullalèro, sbocconcellava foglie e frutti sul nostro gelso??

Fatta mente locale, abbiamo chiamato il vicino, proprietario di un rettilario, che ci ha candidamente confessato di aver messo l’iguana sul davanzale, per fargli prendere il sole e che erano due giorni che era sparito!

Come dire, nel rettilario hanno anche un pitone! E non sarebbe simpatico incontrarlo nell’orto, ehnno! (vicini strani! L’altro aveva un leone, e non scherzo!).

Per riprenderci dallo spago, HO dovuto fare una crostata!

CROSTATA LIEVITATA DI ALBICOCCHE E ROSMARINO

Mia mamma quest’anno ha fatto una marmellata di albicocche super, bella arancio, con i pezzettoni, da ispirazione!

Ho impastato velocemente tre etti abbondanti di farina bianca con 60 g di zucchero, un etto di burro, un uovo, un pizzicone di sale e un cucchiaino colmo di cremor tartaro, ho aomatizzato con la buccia di un’arancia grattata, ho fatto una palla e l’ho messa in frigo per un po’.

Ho diviso la pasta in due parti uguali, ho steso la base sulla tortiera imburrata, ho dato una bella intonacata con la marmellata e…plin! Ma dove lo avevo visto? Una bella spolverata di rosmarino fresco tritato fine fine fine…e con la pasta rimanente ho fato le strisce per la grata di copertura.

Ho spennellato di rosso d’uovo battuto e ho infornato per mezz’ora a 180°.

Albicocca rosmarino, di sicuro l’ho visto sui miei blogghe preferiti, ed è un matrimonio azzeccato!

Ah, volete sapere cosa ci ho fatto con le zucchine giallo banana?

La settimana scorsa, sul venerdì della repubblica, c’era una ricetta del Viss (il Vissani, io quando lo leggo “ci do del tu” e lo chiamo Viss – in tutti questi anni ho rifatto parecchie ricette, le più abbordabili, senza fegati d’oca o animelle o lumache! E devo dire che sono sempre state sorprendenti). Venerdì scorso c’era uno di quegli abbinamenti che ti sconfinferano, che ti rimangono in testa per giorni, che ti chiedi: ma di cosa saprà?? E l’unico modo per liberare la testa è cedere alla tentazione e provare a cucinarlo, et voilà (è una roba da topino Remy!)

ZUCCHINE GIALLE RIPIENE DI BANANA VERDE AL CIOCCOLATO.

Ho cotto le banane verdi e con la buccia in forno per ca. mezz’ora (ho sfruttato il ripiano sotto la crostata ;O))

Ho tagliato le zucchine a tronchetti e le ho scavate con lo scavino.

Ho fatto saltare la polpa con aglio olio evo e mezza foglia di alloro, ho eliminato aglio e alloro , ho tritato fine fine e ho aggiunto alla polpa di banana cotta e spetasciata con la forchetta, regolando sale e pepe.

Con la farcia ho riempito le zucchine, che ho fatto rosolare in padella con olio evo, su un trito di poco scalogno e qualche foglia di basilico; ho bagnato con brodo vegetale e ho tirato a cottura, coprendo la padella. Ho passato la salsina di cottura al mixer, ci ho adagiato sopra le zucchine, ho aggiunto dei filetti di pomodoro maturo crudi e pelati al vivo e una bella grattugiata di cioccolato amaro equo e solidale. Mi sono piaciuti, la banana verde al forno ha un inspiegabile gusto di melanzana, e con la zucchina crea un gustino dolce niente male, la cioccolata ha reso tutto un po’ esotico e bizzarro.

E con questa ricettuzza vi saluto e me ne vado al mare (sud est, che più est non si può! Salento anche quest’anno…ma quanto ci piace ), a presto, saluti golosi cat

mercoledì, luglio 09, 2008

giardini d'ombra

È da un paio di giorni che, casualmente, il mio collega parcheggia la macchina sotto la mia finestra dell’ufficio e grazie ad un gioco di riflessi, come in un film di indiana jones, alle quattro in punto del pomeriggio, sulla parete di fronte, appare come per incanto l’ombra di una foresta, con tanto di tremolii di foglie, frulli d’ala e inquietanti mostri-lampade.

Bello, come uno spettacolo di ombre cinesi, dura solo qualche minuto, poi sbiadisce tutto in un pallido arcobaleno in bianco e nero.

Varrebbe la pena pensare di posizionare sotto la finestra una lastra di metallo o uno specchio d’acqua, o semplicemente continuare a parcheggiare nello stesso posto.

Anche il vecchio saggio canuto, si gode lo spettacolo dall’alto del telefono (pappo di Clemais tibetana, co-autrice dell’ombra).

Questi invece, sono gli autori del frullo d’ali e della colona sonora, fotografati qualche settimana fa; ora svolazzano frenetici e il nido aspetta la prossima covata.

Senza la quinta verde, avvolta tutta intorno all’edificio, che ombreggia/protegge la parete, fornisce i personaggi, allieta e incornicia la vista, la pausa “schermo” sarebbe molto meno interessante (me la merito! Ho lavorato 8 anni di seguito con vista verso angolo cieco, o a scelta, sgabuzzo delle copie ;O)).

E adesso anche in cucina suggestioni filmesche, ‘sta volta un po’ splatter un po’ porno; impressionabili e salutisti copritevi gli occhi!

Al mio banchetto preferito, al mercato del sabato, c’erano le amarene, nerissime, lucide e profumate di mandorla amara, non ho resistito.

Era da mo che avevo in mente questa confettura , come un’ossessione, che oserei chiamare:

CONFETTURA EROTICA DI AMARENE MOKA

Erotica perché ne basta un cucchiaino per trasformare il più umile tozzo di pane (per dire anche quello a casetta, gommoso) in una golosissima fetta di torta “foresta nera”, la mia preferita.

La ricetta è ispirata pesantemente ai soliti libricini GU “Marmeladen und Gelees”; ormai ce ne sono più sulla mensola della mia libreria che in quella del super, dove li acquisto!

Allora, gli impressionabili lascino agli altri l’ingrato compito di “fare fuori” le amarene.

Piccolo consiglio: mettetevi i guanti! Ho avuto le unghie fucsia per due giorni e vestitevi con le “strazze” più strazze che avete, le macchie da amarena non perdonano.

Snocciolate circa un chilo e 400 g di marane, ve ne resteranno un chilo esatto, raccogliendo tutto il succo, aggiungete 600 g di zucchero di canna integrale, un cucchiaio raso di agar agar, e un cucchiaino di vaniglia bourbon in polvere (mica la vanillina vero!).

Lasciate riposare per una mezza giornata.

Nel frattempo preparate un bel caffè dello studente, come non sapete cos’è? È l’unica roba legale, che serviva per poter affrontare le ultime massacranti nottate-giornate-nottate-fine per riuscire a terminare le consegne dei disegni per gli esami di progettazione.

Fatevi una mocchetta da due, bella tosta; fatto?, bene, adesso prendete il caffè ottenuto e mettetelo nella macchinetta al posto dell’acqua e rifatevi ‘na mocchetta da due, fatto? Ecco, adesso ripetete ancora una volta. Praticamente otterrete un caffè che sta in piedi anche senza tazzina, una roba da palpitazioni; conservatene solo una tazzina piena, il resto non provate a berlo, vi prego.

Cuocete la confettura per circa 20 minuti, schiumate, fate la prova del piattino (versatene una cucchiaiata su un piatto freddo per controllare la consistenza) togliete dal fuoco e aggiungete la tazzina di mega-caffè e 50 g di cioccolato amaro 70% del commercio equo e solidale a tocchetti, una bella mescolata e subito nei vasetti.

Ha un gusto veramente particolare, per moka dipendenti, e come ho già detto veramente peccaminoso.

Saluti golosi a tutti, cat

martedì, luglio 01, 2008

erba consolatoria (quella legale neh!)

Passato il temporale torna il sereno, o quasi.

I danni dovuti alla malefica pioggia di canederli ghiacciati, sono meno ingenti del previsto, e dopo tre giorni di intense cure e pulizie il vivaio è tornato ad avere un aspetto più che dignitoso, anche se un po’ vissuto e rapè, come un vecchio tappeto familiare.

Qualche rosa ha nuovamente il coraggio di fiorire , le ortensie, protette durante la tempesta dal telo ombreggiante, si sono salvate e giocano finalmente alle primedonne e le mie amate erbazze, peste e stracciate, cominciano a risollevarsi.

E’ da un po’ che non torno sull’argomento e siccome ho bisogno di consolazione e l’erbazza per me è consolatoria , vi propino tutte le foto che sono riuscito a scattare prima del diluvio, in un attacco di pe-veggenza, durante una pausa pranzo, fotomunito.

Quando sfoglio i cataloghi, cartacei e onlineschi, alla ricerca della combinazione perfetta tra erbazze e perenni, taglio foto, faccio copiaincolla, finchè l’abbinamento non mi soddisfa; ogni tanto capita la fortuna di avere a disposizione qualche ciuffo in esubero da qualche progetto, che puntualmente viene ri-invasato e staziona per un po’ in vivaio.

Di solito queste orfanelle diventano bellissime ed è un grande sacrificio separarmene (toni non leggere!), a volte i vasi si contaminano e semi di qualche erbacea, o qualche stolone audace, riescono a colonizzare i vasi vicini.

Le imbuco negli angoli dimenticati del vivaio, finché non arriva un progetto con un angolino tutto per loro e allora, tadà, ecco apparire ciuffoni immensi o vasi che contengono miscugli di piante, pronti per trovare il loro posto in giardino.

Il primo miscuglio è un insieme di Gaura (Gaura lindheimerii), bianca, leggera esuberante, con Imperata (Imperata cylindrica), focosa elbazza giapponese. L’imperata, nasce in sordina, un ciuffotto verde erba, bello fresco anche in vaso, poi basta il primo sole tosto ad accenderla di un bel rosso vivo, che in autunno diventa fuoco puro e bronzo; ha bisogno di parecchia acqua ma di terreno non stagnante e di posizioni molto soleggiate.

La seconda “prova tennica di tecnicolor” è Carex hachijoensis “Evergold” con Eryngium planum“Blauer Zwerg”, belli da vedere insieme, ma difficili da fare convivere, praticamente una chimera: il carex vuole mezz’ombra e umidità, l’eringio pieno sole e terreno sabbioso, e allora perché li hai messi insieme? - chiamatemi Frankenstein!

Molto meglio la terza prova, Festuca gautieri e Eryngium, belli e possibili, una coppia bene assortita, morbida e soffice la festuca, spinoso e metallico l’eringio, ma tutti e due amanti del sole e del secco, due tipi da spiaggia! Trasmettono subito un’aria di vacanza.

Per ultima, la spilungona, la Calamagrostis acutiflora “Karl Foerster”, con le spighe dorate alte più di un metro e mezzo, su un mare di potentille nanerottole, gialle di invidia.

Anche la calamagrostis vuole posizioni soleggiate e terreni poco “grassi”, bisogna avere il braccino corto col concime altrimenti cresce a dismisura per precipitare di colpo sotto la prima pioggia!

E adesso qualcosa di consolatorio davvero, che è anche un esperimento:

STRUDEL DI CLIEGIE E AMARETTI

La settimana scorsa ho comperato delle super ciliegie dal vicino Bbioloico del mio capo, non proprio economiche, ma mature e croccanti al punto giusto, ne ho comprati tre bei chiletti.

Un paio di kili ce li siamo pappati allegramente dai nonni, con quelle superstiti ho imbastito questo Kirchstrudel, col tocco mandorlato degli amaretti, che con la frutta cotta è la morte loro!

La pasta è una variante dolce della classica Ziehteig (pasta da tirare! E addosso achi??) e si è rivelata facile e adatta all’uopo.

Ho impastato 250 g di farina bianca setacciata con 30 g di burro morbido, un uovo ½ cucchiaio di zucchero un pizzicone di sale e 5-6 cucchiai di acqua tiepida, fino ad ottenere una palla elastica. Ho lavorato l’impasto molto bene, sbattendolo julentemente sulla spianatoia più volte. A fine trattamento l’ho lasciata riposare per mezz’ora su un piatto, coperta da una pentola capovolta, dove avevo scaldato dell’acqua.

Nel frattempo ho snocciolato il chilo di ciliegie a mano, col coltello! (orcaboia lo snocciola ciliegie a stantuffo lo avevano finito e i nuovi arrivi ci saranno per settembre – la bee ha fatto la stegansa!), e ho sbriciolato una decina di amaretti in briciole non troppo fini.

Ho tirato la pasta sopra una tovaglia, prima col matterello, poi con le nocche delle dita, partendo dal centro verso l’esterno, finché la pasta non è diventata quasi trasparente.

Ho pennellato con altri 40 g di burro fuso, ho cosparso con gli amaretti, le ciliegie scolate dal loro sughino, ho spolverizzato di zucchero di canna integrale con vaniglia bourbon, giusto un paio di cucchiai e ho avvolto lo strudel aiutandomo con la tovaglia; prima ho risvoltato i lembi laterali, poi ho arrotolato il tutto, in modo da imprigionare il ripieno.

Ultima pennellata di burro (maddai in tutto ‘sto strudel ce ne sono solo 70 g scarsi!!) e via in forno caldo a 180° per mezz’oretta.

Per chi ama la frutta cotta (IO la adoro!) la ciliegia amarettata avvolta dalla crosta croccante è una variante da provare!

Saluti golosi a tutti, cat