grigio, rosso, nero
Piccolo pensiero ottimista: a cosa serve il cielo grigio di questi giorni? Ma a rendere ancora più accesi i gialli e i rossi del giardino!
Con un filo di foschia e un velo di umidità le foglie e i rami rossi si accendono, gli steli delle mie amate erbazze, giallo o verde acido diventano luminescenti e il quadro d’insieme assume sfumature acquerello; è difficile mettere a fuoco i dettagli, i colori si fondono e si ammorbidiscono e, se si ha avuto l’accortezza di mescolare un po’ di grigio (lavande, stachys…) il gioco tonale è ancora più marcato.
Le piante a foglia rossa o arancio sono splendide anche colpite dai raggi del sole pomeridiano (da noi, l’ho già detto, il sole sparisce dietro le montagne già alle 4 di pomeriggio!). la luce radente, calda ma lontana, mette in risalto la struttura delle foglie in trasparenza.
In questi giorni capita raramente di uscire in vivaio, si sta belli al calduccio in ufficio, ma è un gran peccato!
Vabbè, dalle finestre si gode sempre un bel paesaggio: pomi, mele, pomari, meleti…sono circondato! Belli si anche i meli, ma ormai sono tutti giallo-verdino spento. Avevo voglia di rosso e allora, la settimana scorsa, ho deciso di portare un po’ di autunno in ufficio.
Abbiamo sistemato una bella Nyssa selvatica nella hall. La Nyssa è un alberotto ( oddio forse è un’albera???) americano, adatto a terreni umidi e pesanti, indicato anche per essere sistemato in un grande vaso. Di un bel verde fresco ma niente di eccezionale durante l’anno. In autunno, tadà!, da un giorno all’altro diventa rosso che più rosso non si può (vi ricordate perché le foglie arrossiscono?).
A fargli compagnia un po’ di erbazze miste, giallo limone e verde acido, che ci fanno sempre la loro bella figura, il sole delle tre attraverso i vetri…e il gioco è fatto: la pausa caffè ce la siamo goduta con una luce di cattedrale gotica attraverso le vetrate!
Ma in questi giorni di ritorno all’ora solare mi sono goduto anche il buio.
Di ritorno verso casa con la bicicletta, il tratto di strada che devo percorrere in campagna, prima di arrivare alle strade cittadine, è proprio buio, ma buio buio!
Era da tanto che non mi capitava di pedalare al buio completo e lunedì sera, costeggiando il fosso-lastra lucida di onice, la fioca luce della bici (c’ho una dinamo asfittica, non è che vado lento eh!) prima ha appena illuminato l’airone cinerino che si rifugiava come di consueto sotto il ponticello di cemento, facendolo sembrare un fantasmino bagnato e stizzito! (è dall’anno scorso che tento di fotografarlo ma mi frega sempre), poi, già da molto lontano, due occhietti catarifrangenti verde smeraldo, come le spie del cruscotto. Un gattazzo grigio e peloso se ne andava a caccia intorno al maso.
GNOCCHI DI MIGLIO CON CREMA DI PORRO
Vabbè c’è il trucco, e allora? Ma vi assicuro che erano ottimi.
Dopo averlo sciacquato, ho messo a cuocere una parte di miglio con tre parti di acqua un po’ salata per 10-15 minuti, ho coperto la pentola e ho lasciato gonfiare bene, almeno 15 minuti. Ho sgranato il miglio e l’ ho lasciato raffreddare un po’, poi ho aggiunto farina integrale a cucchiaiate, impastando come fossero gnocchi di patate (mi dispiace ma dovete andare a occhio, comunque per un etto di miglio secco ho aggiunto circa 6 cucchiaiate di farina). Ho formato dei salamotti e ho tagliato gli gnocchi col coltello.
Nel frattempo ho messo a sudare in una pentola un grosso porro tagliato a rondelle con un po’ d’acqua, sale, pepe, prezzemolo e una puntina di aglio, ho aggiunto un bicchiere d’acqua e ho cotto per circa 5-6 minuti. Ho aggiunto olio evo a crudo, quello consentito, un cucchiaione di semi di girasole tostati, e una decina di foglie di basilico fresche, ho passato al mixer e ho tenuto in caldo. Ho cotto gli gnocchi in acqua salata, li ho pescati con la schiumarola e li ho conditi con la crema di porro e una spolverata di gomasio (ormai sono diventato gomasio-dipendente!).
Ma se devo dirla tutta, domenica mi è venuta una voglia pazza di prodotto da forno e allora ho pensato che se mi fossi prodotto in qualche dolcetto per la merenda dei boys, magari non troppo bomba, forse mi sarebbe passata.
Oh, ha funzionato! mi è bastato il profumo per la casa e un assaggiuzzo (mezzo muffin! vabbè l’ascesi mistica, ma c’ho una reputazione da rispettare!) di questi
MUFFIN ALLA ZUCCA E CARDAMOMO
E la voglia di dolce se ne è andata.
Ho setacciato 280 g di farina semi integrale con 100 g di zucchero dulcita, un cucchiaino di cardamomo verde in polvere, un cucchiaio di cremortartaro, un cucchiaino di bicarbonato, un pizzicone di sale, la punta del coltello di vaniglia bourbon in polvere. In una tazza ho mescolato bene 60 g di latte di riso, 80 g di olio di girasole spremuto a freddo, un uovo, due cucchiaiate di sciroppo d’acero (danno un tocco caramellato). Ho versato i liquidi sul secco, ho aggiunto 250 g di zucca cotta al vapore e schiacciata allo schiacciapatate, ho mescolato giusto per amalgamare, con un grosso cucchiaio di metallo e ho infornato nei pirottini a 180° per 20 ‘. Una volta intiepiditi, ho glassato i muffin con due cucchiai di zucchero a velo al cardamomo e qualche goccia di succo di limone.
Dopo l’assaggio mi sono fatto 40 vasche!