(Le foglie, in ordine di apparizione: Hydrangea quercifolia; Cornus florida "Rainbow", Berberis x media "Parkjuweel")
Al parco godendosi gli ultimi colori autunnali (lo so che siamo già in inverno!)
Piccolo mostro: papi perché le foglie divetano rosse?
Cat: perché la natura, prima di andare a dormire, ci vuole regalare ancora uno spettacolo di arrivederci e allora organizza una festa e colora le foglie di rosso!
Piccolo mostro: maddai! Io ti chiedevo la spiegazione scientifica!
Cat: hem! devo andare a fare un ripassino…
E allora, se anche voi doveste trovarvi di fronte un piccolo mostro senza pietà eccovi la risposta!
Innanzitutto cambiano colore solo le foglie delle piante più evolute, le novelline di soli 100 milioni di anni, quelle che si sono dovute evolvere. L’avvento delle stagioni, e la conseguente disponibilità d’acqua e di luce, hanno spinto le piante a creare il periodo della fertilità e il periodo del riposo.
Quando vengono a mancare le condizioni ideali per la fotosintesi (poca luce e poca acqua) , la pianta decide di liberarsi di tutto ciò che non le serve più, fa il cambio stagionale dell’armadio, solo che povere! Loro restano nude!
Ma la natura ci dà ancora una volta e come sempre, una grande lezione di economia!
Prima di liberarsi del fardello delle foglie, ormai non più utilizzabili, le piante cercano di “riassorbire” da queste le sostanze e i composti più preziosi, quelli che hanno trasformato con molta fatica con la fotosintesi.
Proprio come fare lo zaino per un lungo viaggio faticoso: si portano solo le cose più preziose, o quelle che siamo sicuri di non trovare, mentre lasciamo a casa le cose che possiamo facilmente reperire ovunque.
Le piante lasciano nelle foglie solo quelle sostanze che consumerebbero troppa energia per poter essere “ri-immmagazzinate”, mentre sarà più semplice trasformarle con la fotosintesi la primavera successiva.
E per nostra fortuna e godimento, le sostanze che rimangono nelle foglie sono dei carotenoidi e delle xantofille, che, come dice il nome stesso, sono sostanze colorate di giallo e arancio.
Ma la magia non è ancora finita, se durante l'autunno le temperature si abbassano, il “risucchio” delle sostanze preziose rallenta e nelle foglie si accumulano sostanze zuccherine che, a quelle concentrazioni, producono altre sostanze, le antocianine, che ci regalano lo spettacolo delle foglie rosse e violette (in pratica è come se le piante, strafocatesi di zuccheri, si beccassero una bella congestione a causa del freddo, diventando paonazze e cianotiche!).
Il piccolo mostro ha gradito la spiega, e si è fatto perdonare per la poca poesia (ma i bambini hanno una coscienza poetica?) inventando un nome bellissimo per il noce nero americano sotto il quale sedevamo: albero dei nasi di maiale! (mi sono sbellicato!)
E adesso, di corsa prima che torni mrs. Bee, un’altra ricetta proibita, non proprio croccante!
POLENTA DI MIGLIO CON POLPETTE DI LENTICCHIE E ZUCCA
La polenta di miglio mi piace molto, non ai livelli di quella di mais, ma è sicuramente una valida alternativa, e sicuramente non geneticamente modificata (chi se lo cala il miglio?)
Ho messo a bollire 8 tazze di acqua, leggermente salata, e, a bollore, ho aggiungo una tazza di farina di miglio macinata fresca (le tazze devono essere piccole, altrimenti vi viene un pentolone di polenta che vi tocca poi mangiare abbrustolita, pasticciata…ah ma allora lo fate apposta?)
Ho lasciato cuocere 40’ a fuoco lento, come la polenta tradizionale.
Nel frattempo ho soffritto in olio e.v.o. 2 cipolle tritate con semi di finocchio e peperoncino, ci ho aggiunto tre belle manciate di cubetti di zucca (li avevo pronti in freezer) e un paio di tazze di lenticchie già lessate, ho fatto soffriggere bene, ho aggiunto un po’ di acqua, ho regolato di sale e ho portato a cottura, fino allo spappolamento della zucca.
Ho lasciato raffreddare e poi ho aggiunto un paio di manciate di pane grattugiato, un bel cucchiaione colmo di parmigiano e uno di prezzemolo tritato, ho messo negli stampini al silicone e ho cotto a bagnomaria in forno caldo (200°) per 15’.
Ho servito le “polpette” con la polentina di miglio e una bella insalata amarognola di radicchio veronese, quello tondo, viola, che se lo tagli lungo i paralleli, sembra una rosa!
A me e al mostro più piccolo è piaciuto parecchio, mrs. Bee è fuggita, come sapete!