macchebellebacche
Passata l’euforia delle foglie rosse e dorate, cosa rimane in giardino per ravvivare l’inverno? Cortecce e bacche interessanti, merli & Co. permettendo.
Se le bacche vengono spazzolate dai merli, dai passeri ecc., non arrabbiatevi, e godetevi lo spettacolo dei furbetti all’azione, cosa c’è di più divertente di un giardino-balcone abitato?
Se volete godervi le allegre bacche provvedete a disporre piattini o casette mangiatoia ripiene di ogni bontà uccellesca: mele mature, semi di girasole, miglio (vedete che qualcuno c’è ancora che apprezza il miglio!), semi di zucca, pacchettini con tochetti di lardo (le cince non son mica vegetariane!), briciole dei biscotti e, a natale “fondi di pandoro”.
A volte gli uccelli sono veri gourmet, e non è detto che, dopo un lauto pranzo di briciole e semi vari, come dessert non si pappino nuovamente le nostre preziose baccozze.
Di cortecce vi parlerò più avanti (ho in programma alcuni scatti interessanti).
Oggi vi parlo dei “berretti di cardinale” “Pfaffenhüttchen”, le bacche con i colori più sgargianti che conosca.
L’Euonymus europaeus, detto anche fusaggine, è un arbusto autoctono delle nostre siepi, ma che non sfigura nemmeno nel più ordinato dei giardini, magari come sfondo o come “co-protagonista”.
E’ un arbusto compatto, che può raggiungere anche i 6 metri di altezza, preferisce posizioni soleggiate (se lo piantate all’ombra rischia di coprirsi di mal bianco)e terreno calcareo.
D’estate è di un bel verde brillante, ma è in autunno che si accende di un rosso vermiglio, che non lo fa passare certo inosservato (come i cugini E. alatus ).
Ma ancora più interessanti delle foglie sono i frutti, rosa corallo, carnosi e sensuali, che lasciano intravedere semi arancio di lacca lucida.
La specie Euonymus planipes, (quella delle foto), di origine giapponese, ha i frutti ancora più grossi e intensamente colorati, nelle giornate grigie brillano e sono capaci di illuminare e ravvivare anche la più triste delle aiuole, vien quasi voglia di assaggiar…fermi là che sono tossiche, guardare e non assaggiare (chissà perché questa frase mi ricorda qualcosa, ultimamente?).
Siete pronti per la scarrellata di biscotti natalizi che mi accingo a postare? Comprata farina, zucchero, spezie, noci varie?
Beh, ancora un po’ di pazienza, questa settimana si va di Sauerteig, pasta madre acida di segale.
E’ uno di quei lavori culinari per i quali la bee mi ama: giorni e giorni di scodelle, farine, pellicola in giro per la cucina!
Il risveglio mattutino col profumo del pane di segale, cotto la notte, mentre ella piomba nel lettone, riesce a farmi perdonare del casino lasciato in cucina per l’intera settimana (oh io pulisco tutto da solo, sia chiaro!)
Le istruzioni per la pasta acida sono qui, questa volta ci ho fatto un
PANE ALLA SEGALE E PASTA ACIDA
E CIPS DI SEGALE AI FRUTTI CANDITI E NOCI
Prima di tutto ho preparato il misto di spezie per pane tirolese, esiste già pronto in bustine, ma, macinato al momento, e bilanciato secondo il gusto personale, non ha eguali,
Ho macinato nel mixer una parte di semi di Trigonella foenum graecum, il fieno greco (a volte viene riportata anche come Trigonella cerulea, ma devo verificare se è la stessa pianta) una parte di semi di finocchio, una parte semi d’anice e una parte di semi di carvi, il cumino nostrano, non il cumino di Malta! Insieme ad un cucchiaino di zucchero di canna integrale.
Ho impastato 300 g di pasta acida con mezzo kg di farina di segale integrale e circa 3/8 di acqua a 40°, aggiungendo un cucchiaino di sale e le spezie, ho impastato per bene e ho sbattuto la pasta più volte sul tavolo (i p.m., con la stessa faccia della bee quando accendo il mixer durante il tg, hanno rinfacciato che se avessero fatto loro tutto quel baccano mi sarei incavolato, e di parecchio!).
E’ una pasta abbastanza appiccicosa, bisogna infarinarsi per bene le manozze prima di affrontarla.
Ho lasciato lievitare in una ciotola coperta con la pellicola e al caldo per circa ¾ d’ora.
La palla è raddoppiata di volume (commento del piccolo piccolo monello , quando, tutto orgoglioso gli ho mostrato l’impasto: che bello sembra proprio fatta col cemento! Alludendo al colore, spero!)
Ho diviso l’impasto in due, con una parte ho fatto una pagnotta schiacciata, l’ho bagnata di acqua per fare la crosticina e ci ho inciso profondi solchi col coltello seghettato, via in forno appena caldo ancora per mezz’ora.
Alla seconda parte ho aggiunto una manciata di pere, amarene, albicocche tutte disidratate e tritate grossolanamente e una manciata di noci e nocciole, ho formato dei salsicciotti (come per fare i cantucci) e via, in forno anche loro a lievitare.
Dopo mezz’ora ho infornato a 200° in forno molto caldo, con una ciotola di acqua bollente sul fondo (nei miei sogni, oltre all’impastatrice, c’è anche un forno a vapore, ma dalla reazione della bee, dopo aver trovato il prospetto dell’impastatrice, forse ho capito che non è aria! A meno che non trasformi la soffitta in un mini-appartamento con maxi cucina! Potrei vendere dolci ai vicini…).
Sia il pane che i filoncini si sono cotti in circa 40’.
Il pane è ottimo con burro, formaggio, speck o marmellata, (quella di prugne ci azzecca troppo).
I filoncini li ho affettati il più sottile possibile e li ho biscottati sotto il grill, una favola, così, sgranocchiati al posto dei biscotti (zero grassi solo calorie ”piene”), ma con un tocchettino di gorgonzola…provare per credere.
Unica controindicazione, rchiedono denti “coraggiosi e tenaci”, saluti golosi cat.